Salute e Isolamento

La pandemia di Covid-19 che ci costringe all’isolamento potrebbe portare con sé ulteriori problemi, derivanti da uno stile di vita alterato dall’attuale necessità di rimanere tutti confinati nelle proprie case. Non potendo venire meno a queste importanti misure di isolamento – dato che attualmente sono l’unica arma che abbiamo contro questo virus – dobbiamo ovviare in altro modo.

Un confinamento prolungato in un luogo chiuso può ridurre i nostri livelli di vitamina D, detta la “vitamina del sole”, che sono già generalmente scarsi nella popolazione italiana ed europea, specie dopo l’inverno. La vitamina D non è solo importante per le ossa, come si crede generalmente, ma gioca un ruolo importantissimo nel regolare il sistema immunitario, oltre che a sopperire a centinaia di funzioni nel nostro corpo: ricordiamoci che la vitamina D infatti, è in realtà un ormone. La dose giornaliera consigliata è pari a 600 U.I. negli adulti ma può diventare anche di molto superiore nelle persone con patologie infiammatorie, specie se a carico dell’intestino. Se non possiamo esporci al sole a lungo giornalmente o comunque abbiamo una patologia infiammatoria o autoimmune, sarebbe meglio consultare un nutrizionista esperto (online, per telefono, o via email…) e farsi consigliare sull’integrazione della vitamina D per evitare il rischio di incorrere in carenze o peggiorare il proprio stato di salute.

Un’altra sostanza molto importante che non può mancare soprattutto adesso, è la vitamina C. Anche qui, l’idea che la vitamina C sia utile solo per il raffreddore è a dir poco riduttiva. Questa sostanza infatti possiede una potente attività antiossidante e riduce sia l’infiammazione che lo stress ossidativo. Inoltre migliora la sintesi dei vasopressori, la funzione delle cellule immunitarie e la funzione endovascolare, creando addirittura modificazioni epigenetiche immunologiche. La vitamina C ora suscita particolare interesse perchè è stata largamente usata in Cina presso l’ospedale di Zhongnan, e ora a New York – il nuovo focolaio statunitense al marzo 2020 – come parte della terapia per contrastare il Covid-19, sebbene la sua assunzione non avvenga per via orale per mezzo di pastiglie da pochi mg, ma venga iniettata per via endovenosa in dosi da 1,5 grammi più volte al giorno. Anche se ci sono ancora pochi dati per pensare che questa pratica possa diventare un componente di una terapia consolidata, è stato comunque registrato un miglioramento nelle condizioni dei pazienti di Wuhan. Questo dato è in linea con il fatto che quando il sistema immunitario reagisce ad un’infezione, la vitamina C viene subito utilizzata e depletata. Reintegrare questa carenza potrebbe quindi fare la differenza nella capacità di contrastare le infezioni, specie nelle persone più deboli. Questo non significa che con la vitamina C possiamo diventare immuni ai virus o curarlo, assolutamente NO. Significa invece che assumere il giusto quantitativo di vitamina C aiuta a mantenere il nostro sistema immunitario in buone condizioni e a difenderci meglio dalle infezioni.
Generalmente la dose giornaliera consigliata di vitamina C per una persona sana non fumatrice è di circa 90mg al giorno per gli adulti, ma non tutti concordano: dosi da 400mg ad un massimo di 2000mg sono suggerite ad esempio dall’istituto Linus Pauling. In Italia invece, tra i medici c’è spesso un atteggiamento di diffidenza verso gli integratori, ma il fatto che non ci sia alcun esame sulla nutrizione e l’integrazione nel corso di laurea in medicina, mostra che tale diffidenza è basata spesso sull’ignoranza in questo campo anziché sulla conoscenza. E ben pochi confessano di non sapere nulla su un determinato argomento. Solo il medico che di propria iniziativa approfondisce questa materia o si specializza in nutrizione e rimane aggiornato, conosce la farmacocinetica e la fisiologia dell’assorbimento dei nutrienti con le loro interazioni, ed è quindi in grado di fornire indicazioni competenti sulla nutrizione.

Se siamo a casa e ora consumiamo più prodotti confezionati e meno frutta e verdura fresca, allora potremmo aver bisogno di integrare anche la vitamina C, che oltre ai benefici descritti sopra, è in grado di neutralizzare parte dei conservanti che si trovano nelle carni e nei salumi conservati e che hanno una certa carcinogenicità.

Chi ha letto i miei precedenti articoli ha visto come sia possibile anche coltivare in casa le proprie verdure fresche senza dover uscire, e ora più che mai questa attività si rivela utile per abbinare a cibi conservati presi come scorta, dei germogli freschi e nutrienti. Basta un vasetto, una garza e un elastico, mentre i semi si possono prendere online su Macrolibrarsi o Natura Sì.

Mentre alcune vitamine potrebbero essere carenti, potrebbero invece diventare troppo abbondanti le calorie dei pasti, a causa della ridotta possibilità di muoversi fuori casa, ma anche per via della noia o del facile accesso alla dispensa. Sarebbe opportuno ridurre le porzioni dei pasti, preparando in anticipo sul tavolo ciò che si decide di mangiare, dopodiché chiudere la cucina fino all’ora del pasto principale successivo. Si può inoltre adibire un angolo della casa a palestra, basta un tappeto ed eventualmente uno specchio, per fare esercizi a corpo libero. Se poi si dispone di un tapis roulant o una ciclette, ora sono utili più che mai.

Per chi si trova a disagio con la solitudine e la noia, è importante creare una tabella di attività, come suggerisce il Ministero della Salute, utile per gestire il proprio tempo e sfruttare al meglio le giornate.

Ad esempio la mattina dopo colazione se non si hanno impegni di lavoro ci si può dedicare alla casa, poi all’esercizio fisico. Poi una doccia, una curata preparazione del pranzo magari imparando una ricetta nuova. Nel pomeriggio possiamo sentire parenti e amici per telefono, messaggio, via email o in videochiamata e assicurarci che stiano bene. Poi possiamo dedicarci ad uno o più hobby e se non ne abbiamo, crearcene. Ci sono attività che non richiedono attrezzature particolari o costose, ma solo carta e penna o un dispositivo collegato ad internet, che hai già se puoi leggere questo articolo. Infatti disegnare, scrivere un diario, fare karaoke con Youtube, seguire tutorial e lezioni online, è già possibile. Poi se a questo aggiungiamo qualche strumento che abbiamo in casa, ad esempio una vecchia macchina da cucire o una chitarra abbandonata, possiamo cogliere l’occasione per riprendere questi strumenti e seguire dei video di esperti che ci insegnano come utilizzarli. Non sarebbe bello se finito il periodo di isolamento avessimo sfruttato questo tempo per ottenere delle abilità in più?

Ci sono anche libri gratuitamente scaricabili messi temporaneamente a disposizione da varie case editrici che aderiscono al progetto Solidarietà Digitale.

Su internet poi non mancano i giochi e le attività scaricabili anche per i bambini, senza contare che con un po’ di fantasia e un paio di forbici, ad esempio le vecchie cartoline diventano puzzle, e che una mappa disegnata su un pezzo di carta si presta a tanti giochi di fantasia.

Per chi non reagisce bene allo stress di questa situazione di incertezza e solitudine, c’è un servizio di aiuto promosso dal Consiglio nazionale dell’ordine degli psicologi (Cnop), e dalla Società psicanalitica italiana (Spi), che permette di avere un consulto telefonico gratuito. Anche la Croce Rossa ha un numero verde che permette di ricevere assistenza psicologica e telecompagnia contro stress e incertezza. Su questa pagina del Ministero della Salute si trovano tutti i contatti.

È importante che ci adattiamo alla nuova situazione attuale e ottemperiamo alla misura di isolamento e distanziamento sociale anche se è un grande sacrificio. Infatti oltre a desaturare gli ospedali, questo ha anche la funzione di dare tempo a scienziati e medici ricercatori di trovare una terapia, testarla e metterla in produzione. Quindi quando ci annoiamo, ricordiamoci che c’è chi è fin troppo occupato a trovare soluzioni per noi e può farlo solo se abbiamo la pazienza di attendere. Noi dobbiamo solo cercare di mantenerci in salute e stare a casa.

Nel Carrello della Spesa (2)

Vi mostro alcune cose nuove trovate nei supermercati che pur essendo confezionate, ci aiutano a mantenere una buona alimentazione. Se volete dare un’occhiata alle precedenti novità alimentari di questa rubrica, qui ci sono i precedenti articoli: Nel Carrello della Spesa (1), Novità nel Carrello, Nella Borsa della Spesa (1), e Nella borsa della Spesa (2).

Noci brasiliane; branzino, salmone e orata in vasetto; tè verde matcha; funghi Shiitake; yogurt Bella Vita; Doppio Concentrato di pomodoro al naturale; Bevanda di anacardo e cocco; Quinoa Mix con verdure e lenticchie rosse.

Le noci brasiliane sono un concentrato di benefici. Sono famose per il loro altissimo contenuto in selenio, ma non mancano di altri minerali, fibre e di vitamine come la E e la B1. Il loro apporto giornaliero non dovrebbe però superare i 30g giornalieri, in quanto sono molto ricche di grassi, non tutti insaturi. Il loro aminoacido limitante è il triptofano, ricco invece nei semi di zucca, nelle uova, nel pollo e nei funghi – giusto per suggerire alimenti con cui fare una bella ricetta che include questi semi oleosi.

Ho trovato all’Interspar tre confezioni diverse di pesce in vasetto di vetro. Salmone, orata e branzino sono gustosissimi sostituti del tonno: la pesca indiscriminata di quest’ultimo ne mette a repentaglio l’esistenza negli oceani. Quindi oltre allo sgombro e alle alici, sono contenta di aver trovato anche questi altri pesci sott’olio, che ho trovato davvero buoni e pratici. Sono proprio a marchio Despar, e vengono confezionati in Spagna.

Molto spesso faccio uso del tè verde giapponese matcha, perchè non solo possiede tutte le virtù del comune tè verde in bustina da mettere in infusione, ma la sua forma in polvere permette di mangiare interamente le sue foglie, aumentando esponenzialmente i suoi benefici. E’ un prodotto costoso, dato che solo questa confezione da 30 grammi costa oltre sei Euro, ma conviene di più fare un infuso di tante foglie che poi vanno buttate, o usare piccolissime quantità che invece si sfruttano interamente? Io preferisco la seconda opzione, e dato che una confezione mi dura oltre un mese, il costo risulta molto basso e non solo: il matcha si può usare crudo, cosa che faccio abitualmente, e così mantiene tutti i benefici. Ne sciolgo la punta di un cucchiaio in una bevanda vegetale (ma non abitualmente nei latticini, dato che la caseina ne abbatte diverse caratteristiche) oppure lo uso in altre ricette. Il tè verde matcha rispetto al tè verde normale, contiene 137 volte antiossidanti in più, risultando enormemente protettivo contro l’infiammazione, l’ossidazione e non per ultimo il tumore. I riscontri nell’ambito della ricerca scientifica sui benefici del tè verde, soprattutto matcha, sono così tanti che non saprei da dove cominciare per mostrarveli e ci sono studi raggruppati in studi, detti revisioni sistematiche, che sono già di per sè numerosi sull’argomento. Comunque, uno tra i tanti è questo.

I funghi shiitake possono rappresentare una fonte di vitamina D, seppure non elevatissima, anche per via del quantitativo limitato di una porzione di funghi. E non per ultimo a causa del loro costo, molto elevato (248,75 Euro/Kg). Ma questi funghi sono anche una buona fonte di potassio, fosforo, zinco, ferro, manganese, e vitamine del gruppo B. Sebbene 100 grammi di funghi shiitake essiccati contengano ben 4640 U.I., una porzione all’interno della bustina è pari a 8 grammi, quindi a circa 400 U.I. (il costo per bustina è di 1,99 Euro). Le vecchie linee guida sulla vitamina D contemplavano valori molto bassi di vitamina D, ponendo in molti casi il fabbisogno consigliato pari a 100 U.I., ma da studi più recenti – e nemmeno tanto recenti ma purtroppo ancora ignorati da molti medici – il fabbisogno di tale vitamina risulta essere di gran lunga più elevato, e la diffusa carenza di vitamina D nel mondo occidentale si ritiene causa o concausa dell’insorgenza di vari disturbi che spaziano dai dismetabolismi alle patologie croniche intestinali, dato che i livelli di vitamina D in queste persone sono sempre molto bassi rispetto alla media. Poi non è tanto importante quanta vitamina D si assume, ma quanta ne serve per raggiungere il livello necessario. Si deve quindi porre l’attenzione ai valori nel sangue, e per raggiungere un valore medio di tale vitamina per qualcuno possono essere sufficienti 1000 U.I. mentre per altri servono 6000 U.I. (varia anche in base al peso corporeo, con maggiori quantitativi per chi ha più grasso). A meno che non facciate un lavoro all’aperto come il muratore o il giardiniere, ci sono elevate probabilità che abbiate una carenza di vitamina D.

Sono fan dello yogurt Bella Vita senza lattosio perchè è uno dei pochi yogurt senza lattosio privo di zuccheri e altri additivi non graditi. Inoltre ha un gusto fresco e la consistenza è disomogenea, proprio come deve essere un vero yogurt. Dato che non ci sono aromi ad adulterarne il sapore, quello che si sente è il gusto buono e autentico di un latte altoatesino di buona qualità, proveniente da mucche al pascolo che vivono in condizioni ottimali, e non rinchiuse in affollate “prigioni”. Faccio sempre caso alla provenienza dei miei latticini (e degli altri prodotti animali), e premio quelli che uniscono qualità ed etica (altro esempio: il latte Mila).

Il Doppio Concentrato di Pomodoro della Alce Nero è un prodotto che uso spesso, sia da solo spalmato sulle gallette, sia come base per altri piatti. Si tratta di puro e semplice pomodoro biologico, super-concentrato, e quindi sia il gusto che tutti i suoi benefici come il licopene, il potassio, il beta-carotene, la luteina e la zeaxantina, sono abbondanti. L’ho usato per fare ad esempio il pane al pomodoro, oppure come base per sughi saporiti.

Non mi piacciono tutte le bevande vegetali, ma questa secondo me è buonissima: il latte di Anacardo e Cocco della Isola Bio. Ha un sapore pieno, con gli aromi delle noci più dolci, e non mi stanca mai.

Buone le minestre pronte della Ecor, questa per me è molto gradevole, la Quinoa Mix con verdure e lenticchie rosse, in confezione da 200 grammi. La quinoa prevede un ammollo e un tempo di cottura per cui non tutti possono pazientare, o avere il tempo di preparare. Questo tipo di pratiche confezioni che si trovano nei negozi biologici permettono di mangiare un alimento sano, e sebbene confezionate sono prive di conservanti sintetici, aromi artificiali e altri additivi indesiderati.

Sebbene in linea generale i cibi confezionati non debbano rappresentare la principale fonte di alimentazione, per chi non ha tempo di cucinare si possono trovare dei buoni compromessi come questi elencati sopra, dove la confezione evita perdite di tempo, sprechi e alternative ben peggiori a base di junk food (cibo spazzatura).

I Magnifici 8 (Nutrienti)

Per molti anni la dieta mediterranea è stata promossa come uno stile alimentare associato a una migliore salute fisica e mentale. Alla luce di queste informazioni, i ricercatori dell’Università dell’Illinois Urbana-Champaign hanno esaminato attentamente 32 importanti sostanze nutritive associate alla dieta mediterranea per vedere quali potevano essere specificamente collegati a prestazioni cognitive più sane negli anziani. Le loro scoperte, pubblicate online nel dicembre 2018 e nel numero di marzo 2019 della rivista NeuroImage, hanno circoscritto i benefici a otto sostanze nutritive chiave.

Piuttosto che basarsi su questionari alimentari standard che richiedono ai partecipanti allo studio di ricordare cosa e quanto hanno mangiato durante specifici periodi di tempo, o test cognitivi tradizionali, i ricercatori hanno usato l’analisi del sangue per esaminare lo stato reale dei nutrienti dei partecipanti e la risonanza magnetica (immagini di risonanza magnetica) e per misurare l’efficienza delle loro reti cerebrali. Questi metodi diretti di raccolta delle informazioni hanno fornito ai ricercatori prove più chiare e più accurate di eventuali associazioni tra dieta e salute del cervello.

 

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La Dieta Mediterranea è ricca di verdure, legumi, frutta, pesce, noci, olio extravergine di oliva e cereali integrali: tutte fonti di nutrienti importanti.

 

I ricercatori hanno ristretto le 32 sostanze nutritive fornite da una dieta mediterranea tradizionale a diverse che sembrano giocare ruoli chiave in un sano invecchiamento cerebrale, in prestazioni cognitive potenziate, nell’efficienza funzionale della rete cerebrale, nella funzione esecutiva e nell’intelligenza generale. Questi includono acidi grassi omega-3, che si trovano in quantità significative in grassi pesci e oli di pesce; acidi grassi omega-6, presenti in oli vegetali, noci, semi, prodotti a base di pollame e cereali integrali; licopene, presente negli alimenti vegetali a pigmenti rossi, come pomodori e anguria; carotenoidi, trovati in alimenti a pigmenti gialli e arancioni, come patate dolci, zucca e carote; vitamina D, che si trova principalmente nei pesci grassi e in alcuni funghi; e la vitamina B riboflavina, presente nei latticini e nei cereali arricchiti; i folati, trovati in verdure a foglia verde scure e altre verdure e frutta; e B12, trovati in prodotti di origine animale come carne, pollame, pesce, uova, latticini. Un sottoinsieme dei partecipanti allo studio originale è ritornato due anni dopo per un follow-up e sono stati confermati modelli di nutrienti simili.

Tuttavia, non è solo il consumo di questi singoli nutrienti che influisce sulla salute del cervello e sull’efficienza cognitiva, hanno scoperto i ricercatori, ma piuttosto sul modo in cui lavorano insieme e vengono elaborati collettivamente dall’organismo più importante. Ecco perché gli esperti di nutrizione raccomandano, quando possibile, di ottenere i nutrienti da una dieta varia ed equilibrata, dove sono naturalmente confezionati insieme in quantità salutari e utili.

La ricerca continua spesso a concentrarsi sui benefici del mangiare una dieta in stile mediterraneo, perché questo particolare modello alimentare garantisce la disponibilità di una grande varietà di nutrienti noti per essere essenziali per la prevenzione delle malattie e una salute duratura. (Ovviamente, nei casi in cui i nutrienti specifici non sono facilmente disponibili nella dieta, un medico o un nutrizionista può raccomandare integratori).

 

Per approfondire:

https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S1053811918321517?via%3Dihub

Alimenti per Capelli Splendenti

I migliori alimenti che puoi aggiungere alla tua dieta per avere capelli belli e sani includono agrumi, riso integrale, ostriche, verdure a foglia verde, alcuni tipi di noci, salmone, lenticchie, yogurt, uova e molti altri.

Insieme alla nostra pelle, i capelli sono le parti più esposte e visibili del nostro corpo, il che significa anche che sono quasi sempre suscettibili ai danni e agli agenti esterni. La salute dei tuoi capelli è importante per il loro aspetto perchè i prodotti cosmetici potranno arrivare solo fino ad un certo punto. È essenziale proteggerli sia dall’esterno che dall’interno per assicurarsi che rimangano pieni, setosi e belli. Alcuni dei problemi più comuni quando si tratta dei nostri capelli sono la caduta dei capelli, l’essiccazione, le doppie punte, la crescita lenta e la variazione dei colori. Mentre alcuni di questi problemi sono inevitabili con l’età, la maggior parte di essi sono prevenibili se si struttura la dieta per includere specificamente ciò di cui i capelli hanno bisogno.

Per contrastare gli effetti nocivi sui capelli e proteggere i follicoli e i capelli dalle condizioni atmosferiche, dallo stress, dalla bassa circolazione, dai radicali liberi, dalla carenza di nutrienti, dalla disidratazione e da altre cause sottostanti, è necessario implementare la dieta in modo adeguato. I nutrienti e i minerali più efficaci che possono influenzare positivamente la salute dei tuoi capelli includono zinco, selenio, ferro, biotina, vitamina C, D ed E e acidi grassi omega-3.

Alimenti per capelli sani

Mentre ci sono centinaia di alimenti che contengono una combinazione o una percentuale di questi elementi nutrizionali, se si desidera il miglioramento più efficace ed efficiente per la salute dei capelli, i seguenti 10 alimenti forniranno i migliori risultati.

Uova
Anche se molte persone potrebbero non associare più facilmente le uova al miglioramento della salute dei loro capelli, le uova contengono una quantità impressionante di proteine, che sono un componente importante dei capelli umani. Oltre a ciò, le uova sono anche buone fonti di zolfo, ferro, selenio e zinco. Il ferro aumenta la circolazione al cuoio capelluto e lo zinco rafforza i capelli che hai già. Il pollo è un’altra opzione ricca di proteine che dà gli stessi risultati, oltre a una solida base di vitamine del gruppo B. Poco utile è spargersi l’uovo sui capelli: meglio mangiarselo.

Ostriche
Quando stai cercando una buona quantità di zinco nella tua dieta, le ostriche sono ottime. Forniscono quasi il 500% del fabbisogno giornaliero, il che garantirà che non inizi a perdere i capelli per tale carenza. Lo zinco è essenziale per evitare la perdita dei capelli e rafforzare i capelli che hai, in modo che continui a ricevere nutrienti dal cuoio capelluto.

Mirtilli
Un sacco di persone parlano di superfoods e dei vari incredibili benefici che hanno per il corpo. Queste tendenze della cultura pop vanno e vengono; tuttavia, i mirtilli sono qui per rimanere, e tra il loro impressionante livello di antiossidanti, che proteggono il cuoio capelluto dai radicali liberi, e la vitamina C che stimola la produzione di collagene e la circolazione del cuoio capelluto, questi deliziosi piccoli frutti dovrebbero sicuramente essere aggiunti alla tua dieta.

Lenticchie
Le lenticchie sono una delle migliori fonti alimentari per le proteine, e i capelli sono costituiti da cheratina indurita, una proteina, quindi senza una quantità significativa di proteine nella dieta, i capelli non cresceranno rapidamente. In secondo luogo, le lenticchie sono una fonte importante di ferro che, se combinato con la vitamina C, può aumentare il metabolismo, la circolazione e l’ossigenazione delle cellule, che sono essenziali per la salute dei follicoli dei capelli.

Salmone
Gli acidi grassi omega-3 svolgono un ruolo importante nell’avere capelli sani, in quanto il corpo non può creare questi acidi grassi, ma costituiscono tra il 2-3% dei capelli. Inoltre, questi oli mantengono la pelle e i capelli adeguatamente idratati e sono parti essenziali delle membrane cellulari presenti sul cuoio capelluto. Salmone e pesce simile sono le principali fonti di acidi grassi omega-3 in una dieta.

Noci
Le noci sono una fonte sorprendente di biotina, che è una vitamina B idrosolubile che è necessaria per la salute del cuoio capelluto e dei capelli. Le noci sono anche l’unico tipo di frutta a guscio che fornisce acidi grassi omega-3. Vari tipi di frutta a guscio sono elogiati per il loro impatto, in particolare quelli che contengono rame, poiché questo minerale aiuta a mantenere il colore e la lucentezza dei capelli.

Verdure a foglia verde
L’aggiunta di spinaci, cavoli, bietole e verdure simili alla tua dieta darà al tuo corpo ferro, acido folico, vitamina C e beta-carotene, una potente miscela di nutrienti per la salute dei capelli che stimolerà la crescita, promuoverà l’idratazione, aumenterà la circolazione e manterrà colore e lucentezza. Questi tipi di verdure contengono anche metilsulfonilmetano, che aiuta nella produzione di cheratina, la principale proteina di cui sono fatti i capelli.

Alimenti ricchi di iodio
Molti problemi di capelli possono essere attribuiti a una ghiandola tiroide disfunzionale, che controlla molte delle nostre azioni ormonali. Capelli che si assottigliano, crescita lenta, decolorazione e secchezza possono essere tutti segni di un problema ormonale. Lo iodio è il nutriente più importante per regolare la ghiandola tiroidea, quindi mangiare cibi come le verdure di mare (kelp, wakame) può aumentare significativamente i livelli di iodio.

Yogurt
Se vuoi aumentare l’assunzione di vitamina B (in particolare l’acido pantotenico, che è direttamente collegato alla salute dei capelli), aggiungi un po ‘di yogurt alla tua dieta quotidiana. La vitamina D si trova in piccole quantità nello yogurt, che migliora la salute dei follicoli piliferi.

I Funghi Maitake

I funghi Maitake potrebbero non essere i primi funghi che si pensa di aggiungere ad un piatto, ma questo alimento ha una serie di potenti principi attivi e benefici per la salute che sono stati comprovati.

Cosa sono i funghi Maitake
I funghi Maitake (Grifola Frondosa) si trovano selvatici in Cina, Giappone e in alcune parti del Nord America. Il fungo ha una base di tuberi sotterranei e ampie fronde di cappucci ondulati marroni e grigi. Sono conosciuti come adattogeni, con una reputazione per il trattamento di disturbi fisici e mentali e il bilanciamento del corpo. I funghi maitake sono un ingrediente importante nella medicina tradizionale cinese e giapponese, utilizzati per la longevità e la salute. Oggi, l’estratto in polvere di maitake si trova in molti negozi di alimenti naturali, per una varietà di trattamenti.

Sono anche un ingrediente popolare nella cucina asiatica e possono crescere molti funghi su una singola pianta. Mentre il maitake può essere coltivato a casa, la maggior parte del maitake ha foraggiato nella stagione autunnale. Possono essere trovati in crescita sul fondo di querce, olmi e aceri. Hanno una consistenza leggera e un sapore intenso simile alle spugnole. Inoltre contengono naturalmente L-glutammato, un acido glutammico che produce il famoso quinto sapore di umami.

Secondo l’USDA, 250g di funghi maitake crudi contengono 26 calorie, con 4,8 g di carboidrati e 1,4 g di proteine. Questi funghi sono eccellenti fonti di varie sostanze nutritive che includono:

  • Niacina
  • Folato
  • Vitamina D
  • Potassio
  • Fosforo

I benefici per la salute dei funghi maitake includono la loro capacità di combattere il cancro, trattare l’infertilità causata dalla PCOS, proteggere il sistema immunitario e abbassare i livelli di colesterolo.

Lotta contro il cancro
I funghi Maitake sono attualmente in fase di studio in diverse ricerche per i suoi potenziali poteri antitumorali. L’estratto di Maitake è ricco di polisaccaridi glucani, che possono aumentare la risposta delle cellule T alle cellule tumorali, oltre a potenziare l’attività delle cellule NK (natural killer) e stimolare la produzione di citochine. Le citochine sono coordinatori durante ogni risposta immunitaria, che lavorano insieme per regolare le reazioni del corpo. La “frazione D” del Maitake, un proteoglicano estratto dalla maitake, ha dimostrato di aiutare le proteine che combattono il cancro nella loro efficacia e può essere utile nel trattamento e nella prevenzione del cancro al seno.

Un processo di studio del 2009 presso il Memorial Sloan-Kettering Cancer Center ha mostrato che l’estratto di maitake supportava alcune risposte immunitarie nei pazienti oncologici. Inoltre hanno dimostrato di rallentare la crescita dei tumori, regolare i geni tumorali, interrompere i processi delle cellule maligne, sostenere il corpo durante la chemioterapia e proteggere contro la soppressione del midollo osseo.

Sistema immunitario
A causa delle loro proprietà immunizzanti e anti-infiammatorie, gli estratti di maitake sono stati studiati per i potenziali benefici in relazione a una vasta gamma di condizioni. Attualmente sono in corso studi per determinare l’utilità di maitake come parte di un regime per i pazienti HIV. È stato anche considerato un trattamento per shock settico, tubercolosi, asma e infiammazione autoimmune delle articolazioni.

Colesterolo
È stato dimostrato che l’estratto di Maitake aumenta la produzione di acidi grassi, che possono aumentare l’energia e aiutare a mantenere pulite le arterie. Negli studi condotti sui ratti, i funghi Maitake hanno anche abbassato significativamente i livelli di colesterolo e hanno dimostrato di abbassare la pressione sanguigna complessiva.

Diabete di tipo 2
Il diabete di tipo 2 non solo altera la produzione di glucosio e il metabolismo delle proteine e dei lipidi, ma provoca anche un’infiammazione cronica. Nei ratti è stato dimostrato che il maitake aiuta a migliorare i livelli glicemici e la ricerca ha dimostrato una serie di benefici anti-infiammatori. Il maitake può essere un’aggiunta eccellente a qualsiasi regime di dieta per il diabete. Abbassa i livelli di zucchero nel sangue mentre si trattano altri effetti della malattia.

Sindrome delle ovaie policistiche
Molte donne assumono l’estratto di maitake per trattare l’infertilità dovuta alla sindrome dell’ovaio policistico (PCOS) che porta anche all’insulino-resistenza. Secondo uno studio del dott. Chen JT et al., L’estratto di maitake aiuta a migliorare i livelli di resistenza all’insulina e stimola anche l’ovulazione nelle donne con PCOS. Il maitake può essere un integratore efficace se abbinato ai tradizionali trattamenti PCOS.

Va altresì detto che alcune persone non tollerano questi funghi e risentono di nausea e altri disturbi gastrici. Bisogna prestare attenzione anche e soprattutto agli integratori concentrati che possono interferire con medicinali per la pressione, la coagulazione e la glicemia.

Questi funghi possono essere cotti e mangiati come altri, oppure ci si può fare addirittura un tè.

Sale Infiammatorio

Una nuova ricerca, pubblicata sulla rivista Nature Immunology, mostra ora come un’elevata assunzione di sale possa causare l’infiammazione nella Sclerosi Multipla.

Uno studio recente rivela quanto l’eccessivo consumo di sale possa scatenare l’infiammazione nelle persone con SM.
La sclerosi multipla (SM) è una malattia autoimmune in cui il sistema immunitario distrugge il rivestimento protettivo attorno ai neuroni chiamato mielina.

Questa malattia neurologica colpisce circa 2,5 milioni di adulti in tutto il mondo.

In generale, le donne sono più a rischio di sviluppare la condizione rispetto agli uomini.

Sebbene i ricercatori non sappiano ancora quali sono le cause della SM, è probabile che un’interazione tra predisposizione genetica e fattori ambientali sia la chiave.

Ad esempio, i ricercatori hanno finora identificato 233 aplotipi che sono alla base della SM. Un aplotipo è un insieme di varianti genetiche che possono essere trovate sullo stesso cromosoma e che è ereditato da un genitore.

Per quanto riguarda i fattori ambientali, gli studi hanno rilevato che l’insufficienza di vitamina D, il fumo, l’obesità e un’elevata assunzione di sale nella dieta sono correlati a un rischio più elevato di SM. Alcuni studi hanno ingrandito l’effetto di un’elevata assunzione di sale su un modello di SM e scoperto che esacerba l’infiammazione cerebrale, mentre altri hanno scoperto che aumenta il numero di cellule pro-infiammatorie.

Tuttavia, fino ad ora, il meccanismo molecolare preciso dietro questo effetto che il sale ha sulla SM non era noto. Una nuova ricerca trova un percorso molecolare che spiega come un ambiente ricco di sale potrebbe potenzialmente scatenare la malattia autoimmune.

Tomokazu Sumida, ricercatore associato presso il laboratorio di Hafler presso la Yale School of Medicine di New Haven, CT, è il primo autore del nuovo lavoro.

Nel loro studio, Sumida e colleghi hanno analizzato le cellule T regolatorie (Tregs) prelevate da persone con SM. Il ruolo principale di queste cellule è quello di controllare la risposta immunitaria regolando o sopprimendo altre cellule immunitarie.

Anche le Treg “controllano la risposta immunitaria a sé e alle particelle estranee (antigeni) e aiutano a prevenire le malattie autoimmuni”.

In queste cellule, Sumida e il suo team hanno trovato uno squilibrio tra un tipo di citochina proinfiammatoria chiamato IFN-gamma e un tipo di citochina anti-infiammatoria chiamata interleuchina 10 (IL-10).

Come spiegano i ricercatori, gli scienziati hanno identificato questo squilibrio nelle persone con SM e “in un ambiente ad alto contenuto di sale”.

I ricercatori hanno utilizzato il sequenziamento dell’RNA per analizzare ulteriormente le Treg e hanno scoperto che una proteina chiamata beta-catenina svolge un ruolo chiave sia nel mantenere funzionali i Treg che nella regolazione delle citochine pro e antinfiammatorie sopra menzionate.

Lo studio ha anche rivelato che la beta-catenina interagisce con un recettore proteico chiamato PTGER2 per innescare l’infiammazione indotta da un’elevata assunzione di sale. Gli autori concludono:

“I nostri risultati suggeriscono che l’asse beta-catenina-PTGER2 funge da ponte tra fattori ambientali e malattie autoimmuni modulando la funzione di Treg, e questo asse può essere coinvolto nella patogenesi della malattia autoimmune”.

Interrogato sulle implicazioni cliniche delle sue scoperte, Sumida ha dichiarato a Medical News Today: “Non solo la sovraregolazione della citochina proinfiammatoria IFN-gamma, ma anche la downregulation della citochina anti-infiammatoria IL-10 potrebbe segnare disfunzioni [Tregs] nei pazienti con SM. ”

“Pertanto,” continua, “sarebbe ideale lavorare su [entrambe le direzioni]: prevenire l’IFN-gamma e potenziare IL-10, è sempre importante bilanciare gli elementi pro e anti-infiammatori insieme”.

“Poiché questo squilibrio è aumentato in una dieta ad elevato contenuto salino, le persone a rischio di sviluppare la SM dovrebbero prendere in considerazione la riduzione dell’apporto elevato di sale.” Ha detto Tomokazu Sumida.

Ha aggiunto che l’asse PTGER2-beta-catenina può essere di interesse per i ricercatori oncologici “perché queste due molecole sono fattori cancerogeni ben studiati” e sarebbe interessante vedere se un’alta assunzione di sale influisce su questo fattore nel cancro.

“Suggerirei di avere una dieta sana con basso contenuto di sale sia come immunologo che come cardiologo”, ha concluso il dottor Sumida.

Per approfondire:

https://www.nature.com/articles/s41590-018-0236-6

https://www.immunology.org/public-information/bitesized-immunology/cells/regulatory-t-cells-tregs

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/27934854

Vitamina D per l’Asma

Nuovi studi mostrano che l’aggiunta di supplementi di vitamina D ai farmaci consueti può ridurre la gravità degli attacchi d’asma per le persone con tale condizione respiratoria.

Una di queste nuove revisioni suggerisce che l’integrazione di vitamina D può aiutare a ridurre gravi attacchi d’asma.
I ricercatori hanno scoperto infatti che le persone con asma che assumevano integratori di vitamina D insieme ai loro farmaci usuali, avevano il 50% in meno di probabilità di visitare il pronto soccorso o di richiedere il ricovero in ospedale a causa di un attacco d’asma.

Inoltre, i ricercatori hanno scoperto che la supplementazione di vitamina D era legata alla riduzione della necessità di assunzione di steroidi in seguito a un attacco d’asma.

Il ricercatore capo Prof. Adrian Martineau, della Queen Mary University di Londra (QMUL) nel Regno Unito, e colleghi hanno recentemente riportato i loro risultati su The Lancet Respiratory Medicine.

L’asma è uno dei maggiori oneri sanitari in tutto il mondo, che colpisce circa 300 milioni di bambini e adulti. Solo negli Stati Uniti, circa 25 milioni di persone hanno l’asma e questo numero aumenta ogni anno.

Anche se attualmente non esiste una cura per l’asma, ci sono farmaci che possono aiutare i pazienti a gestire la condizione e ridurre il rischio di un attacco d’asma.

Ma questi farmaci non sono sempre efficaci; ogni anno negli Stati Uniti ad esempio, ci sono circa 1,8 milioni di visite al pronto soccorso per gli attacchi d’asma, e la condizione causa 10 decessi nel paese ogni giorno.

I ricercatori stanno quindi cercando modi per ridurre ulteriormente la gravità dell’asma. La vitamina D potrebbe essere una di queste strategie.
La vitamina D è essenziale per la salute umana. Non solo la vitamina D aiuta l’assorbimento di calcio, che altrimenti si accumula dove non dovrebbe, ma aiuta anche a rafforzare il sistema immunitario. È quest’ultima funzione che ha portato i ricercatori a studiare la vitamina D come possibile trattamento per l’asma.

Le infezioni respiratorie, come il comune raffreddore o l’influenza, sono note per scatenare sintomi di asma – compresa l’infiammazione delle vie aeree, che può portare a un attacco d’asma.

Diversi studi hanno suggerito che la vitamina D può aiutare ad abbassare il rischio di attacchi d’asma indotti da infezioni respiratorie aumentando le funzionalità del sistema immunitario.

Per ottenere una migliore comprensione di questa associazione, il Prof. Martineau e colleghi hanno condotto una revisione di ben sette studi randomizzati controllati che hanno esaminato gli effetti dell’integrazione di vitamina D sulla gravità dell’asma.

La revisione includeva un totale di 955 soggetti con asma, i quali stavano ricevendo un trattamento standard per tale condizione.

È stato rilevato che la supplementazione di vitamina D riduceva la necessità di visite del dipartimento di emergenza correlate all’asma e di ricoveri ospedalieri del 50% rispetto a un placebo, con una percentuale di tali eventi che cadeva dal 6 al 3%.

Inoltre, tra gli adulti che hanno avuto un attacco d’asma, l’integrazione con vitamina D ha mediamente ridotto la necessità di trattamento con steroidi del 30 percento, da 0,43 eventi per persona all’anno a 0,30 eventi per persona all’anno.

Da un’analisi di sottogruppi, i ricercatori hanno scoperto che i pazienti i cui livelli iniziali di vitamina D erano molto bassi, hanno sperimentato il maggior beneficio dall’integrazione di vitamina D; e il loro bisogno di trattamento con compresse, inalazioni o iniezioni di steroidi è diminuito del 55%.

Ulteriori studi clinici in corso
È importante sottolineare che è stato anche scoperto che la ricca supplementazione di vitamina D rimaneva sicura per i partecipanti e non c’erano differenze negli effetti avversi tra i soggetti che assumevano vitamina D e quelli che assumevano un placebo.

Nel complesso, i ricercatori ritengono che i loro risultati indicano che l’integrazione di vitamina D può essere un modo efficace per ridurre la gravità dell’asma.

“Questi risultati si aggiungono al corpo sempre crescente di prove che la vitamina D può supportare la funzione immunitaria oltre che la salute delle ossa”.

(Prof. Adrian Martineau)

“La vitamina D è sicura da prendere e relativamente economica”, aggiunge il prof. Martineau, “quindi l’integrazione rappresenta una strategia potenzialmente economica per ridurre questo problema”.

Per approfondire:

https://www.thelancet.com/journals/lanres/article/PIIS2213-2600(17)30306-5/fulltext?elsca1=tlxpr%20in

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2812815/

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/25365192

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/25985947

Vitamine e Minerali in Breve

Vitamine e minerali fanno parte dei cosiddetti micronutrienti, ovvero elementi che sono richiesti in quantità minori rispetto ai macronutrienti (proteine, carboidrati, grassi, fibre e acqua).

Minerali

I minerali si trovano in una gamma di tipi di alimenti.
I minerali alimentari sono quegli altri elementi chimici di cui il nostro corpo ha bisogno, eccetto il carbonio, l’idrogeno, l’ossigeno e l’azoto.

Le persone con una dieta equilibrata, nella maggior parte dei casi, otterranno tutti i minerali di cui hanno bisogno da ciò che mangiano.

A volte alcuni minerali vengono aggiunti a determinati alimenti per compensare eventuali carenze.

Il miglior esempio di questo è il sale iodato – lo iodio viene aggiunto per prevenire la carenza di iodio, che colpisce circa 2 miliardi di persone a livello globale; causa ritardo mentale e problemi alla ghiandola tiroidea. La carenza di iodio rimane un grave problema di salute pubblica in oltre metà del pianeta.

Gli esperti dell’Università della Florida affermano che 16 minerali chiave sono essenziali per i processi biochimici umani:

Potassio

È un elettrolito sistemico (agisce in tutto il corpo), essenziale nel co-regolare l’ATP (un importante vettore di energia nelle cellule del corpo, anche fondamentale nel produrre l’RNA) assieme al sodio.

Carenza – ipopotassiemia – può influenzare profondamente il sistema nervoso e il cuore.

Eccesso – iperkaliemia – può anche influenzare profondamente il sistema nervoso e il cuore.

Cloruro

È la chiave per produrre acido dello stomaco, importante nel trasporto di molecole tra le cellule, e vitale per il corretto funzionamento dei nervi.

Carenza – ipocloremia – bassi livelli di sale, che, se gravi, possono essere molto pericolosi.

Eccesso – ipercloremia – di solito nessun sintomo, legato a eccessiva perdita di liquidi.

Sodio

È un elettrolita sistemico, ed essenziale nel regolare l’ATP con il potassio. Importante per la funzione nervosa e la regolazione dei livelli del fluido corporeo.

La mancanza – l’iponatremia – causa il malfunzionamento delle cellule; il sodio estremamente basso può essere fatale.

Eccesso – ipernatriemia – può anche causare il malfunzionamento delle cellule, livelli estremamente alti possono essere fatali.

Calcio

È importante per la salute dei muscoli, del cuore e della digestione. Costruisce ossa, assiste nella sintesi e nella funzione delle cellule del sangue.

Carenza – ipocalcemia – crampi muscolari, crampi addominali, calcoli di calcio nelle vie urinarie, spasmi e riflessi tendinei iperattivi profondi.

Eccesso – ipercalcemia – debolezza muscolare, costipazione, conduzione indebolita degli impulsi elettrici nel cuore, alterazione della funzionalità renale e compromissione dell’assorbimento di ferro, con conseguente insufficienza di ferro.

Fosforo

È importante per la struttura del DNA, è un trasportatore di energia (ATP), componente della membrana cellulare, aiuta a rafforzare le ossa.

Carenza – l’ipofosfatemia, un esempio è il rachitismo.

Eccesso – iperfosfatemia, spesso a causa di insufficienza renale.

Magnesio

Elabora l’ATP; richiesto per mantenere le ossa in buone condizioni e per la gestione del corretto movimento muscolare. Centinaia di enzimi si basano sul magnesio per funzionare correttamente.

Carenza – ipomagnesiemia – irritabilità del sistema nervoso con spasmi delle mani e dei piedi, contrazioni muscolari e crampi, stitichezza e spasmi della laringe.

Eccesso – ipermagnesiemia – nausea, vomito, respiro alterato, bassa pressione sanguigna. Molto raro, ma può verificarsi se il paziente ha problemi renali.

Zinco

È richiesto da molti enzimi. Importante per la crescita degli organi riproduttivi. Importante anche nell’espressione genica e nella regolazione del sistema nervoso e immunitario.

Carenza – bassa statura, anemia, aumento della pigmentazione della pelle, ingrossamento del fegato e della milza, alterata funzione riproduttiva, alterazione della cicatrizzazione delle ferite e immunodeficienza.

Eccesso – sopprime l’assorbimento di rame e ferro.

Ferro

È richiesto per proteine ed enzimi, in particolare l’emoglobina, il composto che trasporta ossigeno nel sangue.

Carenza – anemia.

Eccesso – disturbo da sovraccarico di ferro; i depositi di ferro si possono formare negli organi, in particolare nel cuore.

Manganese

È un cofattore nelle funzioni enzimatiche.

Carenza – spossatezza, svenimento, perdita dell’udito, tendini e legamenti deboli. Meno comunemente, può essere una causa del diabete.

Eccesso – interferisce con l’assorbimento di ferro nella dieta.

Rame

È un componente di molti enzimi.

Carenza – anemia o pancitopenia (riduzione del numero di globuli rossi e bianchi, così come di piastrine) e neurodegenerazione.

Eccesso – può interferire con la formazione del corpo di componenti cellulari del sangue; nei casi più gravi, convulsioni, paralisi e infine morte (simile all’avvelenamento da arsenico).

Iodio

È richiesto per la biosintesi della tiroxina (un tipo di ormone tiroideo).

Carenza – ritardi dello sviluppo, ingrossamento della ghiandola tiroidea (nel collo) e affaticamento.

Eccesso: può influire sulla funzione della ghiandola tiroidea.

Selenio

È un cofattore essenziale per gli enzimi antiossidanti.

Carenza – malattia di Keshan – necrosi del miocardio (morte tessutale nel cuore) che porta all’indebolimento del cuore; Malattia di Kashin-Beck: abbatte la cartilagine.

Eccesso: alito maleodorante, disturbi gastrointestinali, perdita di capelli, perdita di unghie, affaticamento, irritabilità e danno neurologico.

Molibdeno

È parte vitale di tre importanti sistemi enzimatici: xantina ossidasi, aldeide ossidasi e solfito ossidasi. Ha un ruolo vitale nella formazione di acido urico, nel metabolismo dei carboidrati e nella disintossicazione da solfiti.

Carenza – può influire sul metabolismo e sulla conta ematica, ma poiché questa deficienza si verifica spesso insieme ad altre carenze di minerali, è difficile dire quale deficienza abbia causato quale problema di salute.

Eccesso: ci sono pochissimi dati sulla tossicità.


Vitamine

I nostri corpi non possono sintetizzare le vitamine, quindi dobbiamo assumerle con la dieta.

Questi sono composti organici che richiediamo in piccole quantità.

Un composto organico è qualsiasi molecola che contiene carbonio.

Le vitamine sono composti organici che i nostri corpi non possono sintetizzare (produrre) per nulla o parzialmente, e chequindi dobbiamo assumere dal nostro cibo.

Le vitamine sono classificate come idrosolubili (possono essere sciolte in acqua) o liposolubili (possono essere sciolte nel grasso). Per gli esseri umani, ci sono quattro vitamine liposolubili (A, D, E e K) e nove vitamine idrosolubili (otto vitamine del gruppo B e vitamina C).

Le vitamine idrosolubili devono essere consumate più regolarmente perché vengono eliminate più velocemente (nelle urine) e non vengono facilmente conservate.

Le vitamine liposolubili vengono assorbite attraverso l’intestino con l’aiuto di grassi (lipidi). È più probabile che si accumulino nel corpo perché è più difficile liberarsene rapidamente. Se si accumulano troppe vitamine, si parla di ipervitaminosi. Una dieta molto povera di grassi può influenzare l’assorbimento delle vitamine liposolubili. È comunque molto raro raggiungere l’ipervitaminosi.

Sappiamo che la maggior parte delle vitamine ha molte funzioni diverse. Di seguito è riportato un elenco di vitamine e alcuni dei loro ruoli. Si noti che il più delle volte i sintomi di sovradosaggio di vitamina sono correlati all’integrazione o al metabolismo compromesso o all’escrezione, non all’assunzione di vitamine dai cibi.

Vitamina A

Nomi chimici: retinolo, retinoidi e carotenoidi.

Solubilità – grasso.

Malattia da deficienza – Cecità notturna.

Malattia da overdose – Keratomalacia (degenerazione della cornea).

Vitamina B1

Nome chimico – tiamina.

Solubilità – acqua.

Malattia da carenza – beriberi, sindrome di Wernicke-Korsakoff.

Malattia da sovradosaggio – rare reazioni di ipersensibilità che somigliano allo shock anafilattico quando un sovradosaggio è dovuto ad iniezione.

Vitamina B2

Nome chimico – riboflavina.

Solubilità – acqua.

Malattia da deficienza – ariboflavinosi (lesioni della bocca, seborrea e vascolarizzazione della cornea).

Malattia da overdose – nessuna complicanza nota. L’eccesso è escreto nelle urine.

Vitamina B3

Nome chimico: niacina.

Solubilità – acqua.

Malattia da carenza – pellagra.

Malattia da sovradosaggio – danno epatico, problemi della pelle e disturbi gastrointestinali, oltre ad altri problemi.

Vitamina B5

Nome chimico – acido pantotenico.

Solubilità – acqua.

Malattia da deficienza – parestesia (formicolio, puntura o intorpidimento della pelle senza apparente effetto fisico a lungo termine).

Malattia da overdose – nessuna riportata.

Vitamina B6

Nomi chimici – piridossamina, piridossale.

Solubilità – acqua.

Malattia da deficienza – anemia, neuropatia periferica.

Malattia da sovradosaggio – danno al sistema nervoso, compromissione della propriocezione (capacità di rilevare le parti del corpo nello spazio).

Vitamina B7

Nome chimico – biotina.

Solubilità – acqua.

Malattia da deficienza – dermatite, enterite.

Malattia da overdose – nessuna riportata.

Vitamina B9

Nome chimico: acido folinico.

Solubilità – acqua.

Malattia da deficienza – difetti alla nascita.

Malattia da overdose – aumento del rischio di convulsioni.

Vitamina B12

Nomi chimici: cianocobalamina, idrossicbalamina, metilcobalamina.

Solubilità – acqua.

Malattia da deficienza – anemia megaloblastica (un difetto nella produzione di globuli rossi).

Malattia da overdose – nessuna riportata.

Vitamina C

Nome chimico – acido ascorbico.

Solubilità – acqua.

Malattia da deficienza – lo scorbuto, che può portare a un gran numero di complicanze.

Malattia da overdose – megadosi di vitamina C – diarrea, nausea, irritazione cutanea, bruciore alla minzione, esaurimento di rame nel corpo e maggior rischio di calcoli renali.

Vitamina D

Nomi chimici – ergocalciferolo, colecalciferolo.

Solubilità – grasso.

Malattia da carenza – rachitismo, osteomalacia (ammorbidimento osseo), studi recenti indicano un rischio maggiore di alcuni tumori, malattie autoimmuni e malattie croniche

Malattia da overdose – ipervitaminosi D (mal di testa, debolezza, digestione disturbata, aumento della pressione sanguigna e calcificazione dei tessuti).

Vitamina E

Nome chimico – tocotrienoli.

Solubilità – grasso.

Malattia da deficienza – molto rara, può includere anemia emolitica nei neonati.

Malattia da overdose – disidratazione, vomito, irritabilità, stitichezza, accumulo di calcio in eccesso.

Vitamina K

Nomi chimici – fillochinone, menachinoni.

Solubilità – grasso.

Malattia da deficienza – maggiore tendenza a sanguinare e lividi.

Malattia da sovradosaggio – può compromettere gli effetti del warfarin.

Vitamina D Contro il Cancro

È stato riscontrato che le donne con bassi livelli di vitamina D hanno un rischio più elevato di sviluppare il cancro al seno, dopo l’insorgenza della menopausa.

In che modo i nostri livelli di vitamina D influiscono sulla nostra esposizione al cancro al seno?
Il National Cancer Institute (NCI) nota che “a circa il 12,4% delle donne verrà diagnosticato un cancro al seno femminile ad un certo punto della loro vita”.

In tutto il mondo, il tumore al seno è la forma più comunemente diagnosticata di cancro nelle donne.

Alcuni dei principali fattori di rischio per il cancro al seno includono: l’essere una donna, l’età che avanza e l’obesità dopo la menopausa.

Negli ultimi anni, molti studi hanno anche discusso l’importanza e il potenziale impatto della vitamina D in relazione al rischio di cancro al seno.

Ad esempio, uno di questi studi – coperto da Medical News Today all’inizio di quest’anno – che ha lavorato con una coorte di partecipanti dal Giappone, ha scoperto che le donne con i più alti livelli di vitamina D nel loro sistema avevano un rischio significativamente più basso di cancro, rispetto a quelle con i più bassi livelli di vitamina D.

Ora, i ricercatori dell’Università Statale di San Paolo del Brasile hanno raggiunto conclusioni simili dopo aver analizzato i dati medici di 627 donne brasiliane di età compresa tra 45 e 75 anni.

Le loro scoperte sono riportate in un documento di studio – il primo autore del quale è il Dr. Murilo Renato Matos Machado – che appare sulla rivista Menopause, della North American Menopause Society (NAMS).

La vitamina D può fermare la crescita delle cellule tumorali.
Questi partecipanti consistevano in due gruppi di donne: 209 con cancro al seno, e più 418 donne senza cancro che fungevano da gruppo di controllo. Tutte le partecipanti dovevano avere il ciclo metruale interrotto da almeno 12 mesi.

Confrontando le informazioni mediche raccolte dai due gruppi di donne, i ricercatori osservano che, al momento della diagnosi, le donne con carcinoma mammario presentavano tassi più bassi o molto più bassi di vitamina D rispetto alle loro controparti prive di cancro.

Inoltre, un numero maggiore di donne che hanno avuto un tumore al seno ha avuto un alto indice di massa corporea (BMI) o obesità, rispetto ai partecipanti senza cancro al seno.

Gli autori ipotizzano che livelli appropriati di vitamina D nel sistema possono aiutare a ridurre il rischio di cancro ostacolando la proliferazione cellulare.

 

Per approfondire:

https://journals.lww.com/menopausejournal/Abstract/publishahead/Low_pretreatment_serum_concentration_of_vitamin_D.97492.aspx

https://journals.lww.com/menopausejournal/Abstract/2018/08000/Isolated_vitamin_D_supplementation_improves_the.9.aspx

https://journals.lww.com/menopausejournal/Abstract/2011/03000/Cancer_prevalence_in_osteoporotic_women_with_low.17.aspx

 

 

Vitamina D Come Protezione Cerebrale

Quando si pensa alla vitamina D, molti la associano solo alla salute delle ossa. Per anni, si sono raccomandati la vitamina D e gli integratori di calcio per proteggersi da fratture e osteoporosi.

Ma negli ultimi anni, l’efficacia di questi supplementi è stata ampiamente ridiscussa, mentre le ricerche hanno esplorato le connessioni tra vitamina D e altri benefici come la salute del cuore, la prevenzione del cancro e altri vantaggi per la salute.

Ora gli studi sulla relazione tra vitamina D e produzione di serotonina stanno portando i ricercatori su un nuovo sentiero.

Un crescente quantitativo di prove suggeriscono che la vitamina D, presente in alcuni cibi e prodotta naturalmente con una sufficiente esposizione solare, regola l’enzima che converte l’aminoacido triptofano in serotonina, un neurotrasmettitore che contribuisce a regolare l’umore e lo sviluppo cerebrale durante la gestazione.

Senza la serotonina, il cervello del feto non si sviluppa normalmente, mentre nei soggetti adulti, la carenza di serotonina porta ad aggressività, rabbia, difficoltà nell’interpretazione delle espressioni facciali delle persone e difficoltà nel prendere decisioni.

La vitamina D è naturalmente presente in alcuni alimenti, compresi i pesci grassi come lo sgombro, il salmone e il tonno, e in piccole quantità in formaggio, tuorli e fegato di manzo.

Poiché la vitamina D regola circa 1.000 diversi tipi di geni nel corpo – circa il 5 percento del genoma umano – Patrick e il suo mentore, Bruce N. Ames, uno scienziato senior presso il Children’s Hospital Oakland Research Institute, crede che il nutriente possa giocare molto più grande ruolo nella nostra salute di quanto realizzato in precedenza.

Il dott. Walter Willett, presidente del dipartimento nutrizione della Harvard School of Public Health, ha affermato che l’ipotesi suggerisce molte strade per ulteriori ricerche.

“Questo lavoro di Ames e Patrick è significativo perché descrive un potenziale percorso che collega la vitamina D con gravi condizioni mentali e può spiegare alcune delle caratteristiche di queste malattie”, ha detto Willett in una e-mail.

I ricercatori stanno lavorando per confermare l’ipotesi di Ames e Patrick in laboratorio. Mark R. Haussler, professore presso l’University of Arizona College of Medicine di Phoenix, e Peter Jurutka, professore associato presso l’Arizona State University, hanno condotto esperimenti che supportano l’ipotesi, ha detto Haussler.

In esperimenti successivi usando DNA sintetizzato, poi cellule dai reni umani, e successivamente cellule dal cervello di ratti e umani, Haussler e Jurutka hanno stabilito che la vitamina D produce effetti coerenti con l’ipotesi di Patrick e Ames: migliora la capacità delle cellule cerebrali di produrre serotonina fino a 30 volte il quantitativo di base.

Haussler ha detto che una migliore comprensione di come regolare la produzione di serotonina potrebbe avere un “enorme impatto, e per tutta la durata della vita.” Haussler ha ipotizzato che la regolazione della serotonina nello sviluppo del cervello potrebbe potenzialmente influenzare lo sviluppo di autismo o disturbo da deficit di attenzione e iperattività.

La Vitamina D influenza la produzione di cellule regolatrici e di serotonina. In caso di carenza di vitamina D, vengono prodotte poche cellule regolatrici e un maggiore livello di serotonina che porta gli anticorpi ad attaccare il tessuto cerebrale e a causare uno sviluppo anomalo.

Alcuni benefici della vitamina D sono noti da generazioni, ha detto Haussler, anche se potrebbero essere stati descritti in termini diversi.

Ma troppo sole può anche portare al cancro della pelle, ha ammonito, e non tutta l’esposizione al sole contribuirà a produrre vitamina D. Durante l’inverno in molte regioni il sole è troppo basso all’orizzonte per aiutare a generare la produzione di vitamina D.

Medici e ricercatori hanno affermato che può essere utile assumere un integratore di vitamina D, almeno durante i mesi invernali.

Molti europei e americani non ricevono abbastanza vitamina D dalla dieta e dall’esposizione al sole e dovrebbero assumere un supplemento.

Non esiste ancora un accordo universale sul dosaggio corretto, ma ora si tende a raccomandare una dose di 1.000 unità internazionali al giorno per la maggior parte degli adulti sani (e anche molto più elevata per chi ha determinati problemi di salute), anche se prima di prendere un integratore, le persone dovrebbero fare un esame del sangue e consultare i loro medici.

Per approfondire:

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/24558199

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/25713056