La Ciotola del Buddha

Se la maggior parte delle mode alimentari è riduttiva e sbagliata, almeno una tra le tante si distingue per la sua correttezza nutrizionale. Sto parlando della “Ciotola del Buddha”, dall’inglese Buddha Bowl. La Buddha Bowl è un piatto unico freddo che unisce diversi ingredienti. A prima vista potrebbe sembrare un “insalatone”, ma in realtà gli ingredienti non vanno mescolati ed è composta in modo tale da fornire tutti i macronutrienti: carboidrati, proteine, grassi e fibre.

In particolare, per creare una bella Buddha Bowl bisogna inserire diversi elementi:

1/6 di Proteine animali a scelta tra:

uova, salmone, pollo, gamberi, formaggio.

1/6 di Proteine vegetali come ad esempio:

tofu, ceci, lenticchie, fagioli, soia.

1/6 di Carboidrati da cereali integrali ovvero:

quinoa, riso nero/rosso, grano saraceno, farro, bulgur, miglio e altri.

1/6 di Verdure miste in foglia a scelta tra:

spinacino, radicchio, cavolo cappuccio, rucola, germogli vari da verdura in foglia.

1/6 di Verdure miste colorate come ad esempio:

carote, pomodori, zucca, zucchine, cipolle, cavolfiori, broccoli, funghi, peperoni e altri.

1/6 (circa) tra Grassi buoni, erbe e spezie come:

avocado, noci, anacardi, noci pecan, semi di lino, olive fresche, olio EVO. Prezzemolo, curcuma, zenzero, origano, peperoncino.

Ma cosa mangiava in realtà Buddha? Di certo non mangiava pomodori, quinoa, avocado e altri cibi del genere che erano sconosciuti alla sua epoca nella sua regione. Probabilmente mangiava riso, lenticchie, yak, bufalo, capra, radici di taro, bietole rosse e spinaci, assieme a molte spezie. Tra i frutti, probabilmente mangiava litchi e jackfruit.

Ma non importa se il nome del piatto è stato dato solo perchè suona bene, l’importante è mangiare in modo equilibrato, e se questa Ciotola del Buddha ci aiuta a ricordare di mangiare un po’ di tutto e di curare il momento dei pasti, ben venga.

Esempi di ciotole del Buddha.

Di seguito vi mostro qualche schema che ho disegnato e che può essere usato come traccia per creare le vostre ciotole.

ESEMPI DI BUDDHA BOWLS

Questi schemi contengono i nutrienti in misura equilibrata e sono piatti unici sia molto buoni da gustare che belli da vedere. Si possono mangiare tutti i giorni e, preparati per gli ospiti, saranno una gradita sorpresa che presenterà il cibo in modo nuovo e gradevole.

Pasta Fredda di Legumi

La classica insalata di pasta estiva può trovare una gradevole variante grazie alle paste fatte con farine di legumi, che oggi si trovano senza difficoltà in molti supermercati.

Questo tipo di pasta ha numerosi pregi. Non solo è buonissima, ma tiene la cottura (non si può dire altrettanto per diversi cereali alternativi), poi è colorata, ha un indice glicemico basso, è antinfiammatoria, è priva di glutine, è ricca di proteine, e possiede tutti i pregi dei legumi tra cui la ricchezza in fibre e in minerali, la riduzione del colesterolo e il controllo glicemico. Difetti? Non ne vedo! Se avete timore che gonfi, non è il caso: le fibre ridotte in farina sono molto più digeribili e chi non è abituato a mangiare fibre potrebbe proprio ricominciare inserendo nella dieta la pasta di legumi, specie quella di lenticchie rosse, al posto di quella di grano o mais.

Come per tutti gli alimenti, non se ne possono mangiare quantità illimitate. Oltre un certo quantitativo infatti, anche il legume, come tutto ciò che ingeriamo, ha effetti collaterali. Nel caso specifico dei legumi, questi presentano diverse sostanze dette antinutrienti. Inibitori della tripsina, fitati e lectine, se assunti in quantità elevate possono iniziare a disturbare la digestione e a ridurre l’assorbimento dei minerali. Quindi va benissimo mangiare legumi diverse volte a settimana, ma in una dieta che include tutto e in modo vario tra verdure, frutta secca, semi, frutti, pesce, carne, uova, latticini e cereali integrali.

Ci sono diversi tipi di pasta di legumi in commercio. Vedo spesso i fusilli e i sedanini di lenticchie rosse e verdi, di ceci, di fagioli neri, di piselli, di fave. Il loro sapore varia ma sono estremamente versatili e si adattano bene alle classiche ricette che già usate con la pasta comune.

Qui di seguito vi mostro una bella insalata di pasta fatta con fusilli di lenticchie rosse e sedanini di fagioli neri.

Questa pasta di legumi si cuoce esattamente come quella di grano: fate bollire l’acqua, aggiungete il sale, buttate la pasta. Il tempo di cottura di solito è 7 minuti.

Dopo averla scolata l’ho disposta in una terrina di vetro e ho aggiunto olio aromatizzato all’aglio e peperoncino, poi olive, tonno, uova, prezzemolo, capperi; per un pasto ricco di proteine, fibre e tanto gusto. Se avete bisogno di bilanciare il vostro pasto con meno proteine e più carboidrati, aggiungete pomodorini e mais in una variante ancora più colorata. Da quando è iniziata la stagione calda ne ho fatte diverse usando anche peperoni di vari colori, pollo, olive nere, carotine, funghi… Ogni volta sono un successo.

Quindi per una estate più colorata e sana, vi consiglio di provare la pasta di legumi: potrebbe diventare la vostra nuova pasta preferita e al contempo farvi stare bene!

Guida ai Germogli (Parte 2)

I germogli sono un alimento relativamente nuovo nella cucina occidentale, per cui molte persone ancora non li conoscono e se li conoscono, non sanno come mangiarli o cucinarli.

In linea di principio possiamo suddividere i germogli in due categorie: quella dei legumi, e quella delle verdure. Infatti in linea di massima, i germogli da legumi (soia gialla, piselli, ceci, lenticchie, fagiolo mungo) vanno cotti al vapore prima del consumo, mentre tutti gli altri vanno consumati crudi. I germogli da legumi devono essere sbollentati anche solo pochi minuti perchè contengono saponine e altre sostanze antinutrizionali, che però sono termolabili, e quindi facilmente eliminabili tramite cottura. Alcune di queste sostanze antinutrizionali sono ad esempio le emoagglutinine, dannose per l’intestino e talvolta responsabili di gravi stati di malessere. Quindi lasciamo da parte opinabili mode crudiste, e cuociamo il cibo che va cotto, lasciando crudo quello che ci fa bene da crudo. Tutti gli altri germogli sono consigliati crudi: infatti cuocendoli si perderebbero le numerose sostanze nutritive che sono la ragione N.1 per consumare i germogli. Infatti il germoglio è una fase particolare della pianta che gli conferisce una straordinaria ricchezza di nutrienti, enzimi e antiossidanti come in nessuna altra fase, nè del seme e nè della pianta matura.

Un altro motivo per consumare germogli è che, se prodotti in casa propria, si mangia una verdura che è sempre la più fresca possibile, e questo è molto importante per preservare i nutrienti: pensate che dopo sole 36 ore dal raccolto delle verdure, si perdono anche il 90% delle vitamine in esse contenute. Dato che far crescere germogli è facilissimo, economico ed estremamente salutare oltre che divertente, ve lo consiglio vivamente. Mangerete sempre verdura super-fresca, viva, fitoterapica.

Ecco come si fa a far nascere i germogli:

  1. Innanzitutto ci servono dei semi per germogli. Anticipo già alcune domande comuni: semi non specifici per i germogli potrebbero dare risultati deludenti germogliando in tempi diversi o non germogliando affatto. Una tipica bustina di semi per germogli si trova nei negozi bio, costa circa 1,85 euro e si ottiene all’incirca un volume di germogli pari al contenuto di un barattolo da conserva da 500ml. E’ bene non provare a mangiare germogli da semi di altri tipi se non quelli indicati specificatamente: ci sono piante come pomodori, patate, peperoni (solanacee) il cui seme è tossico per via della solanina e altri alcaloidi.
  2. Possiamo decidere come far germogliare i nostri semi. Infatti ci sono due tipi principali di germogliatori: quelli a vaschetta, di solito disposti su più ripiani; e quelli a barattolo di vetro. Molti semi, come potete vedere nella tabella del precedente articolo, germogliano in entrambi i modi. Invece alcuni semi non sono adatti per il barattolo perchè sono mucillaginosi. Significa che quando li si mette in acqua, formano un gel. La chia è sfruttata in cucina proprio per questa caratteristica dato che conferisce proprietà leganti alle ricette per mezzo del suo gel. Ma se si mettono in barattolo questi semi mucillaginosi, accade che poi il reticolo che chiude il barattolo viene intasato da questa sostanza, non passa più aria e di conseguenza con ogni probabilità i semi ammuffiscono. Ve l’ho spiegato giusto perchè le cose si ricordano meglio quando si conoscono le ragioni. Tra i semi mucillaginosi oltre alla chia ci sono il lino, il basilico e il crescione.
  3. Quali semi scegliere? Solitamente il germoglio non si discosta molto dal sapore della pianta matura, talvolta invece lo ricorda solo, e di solito il germoglio è la versione un po’ più delicata. Oltre che al sapore, potremmo scegliere i germogli anche in base alle loro proprietà nutraceutiche, oppure per scoprire che sapore ha ad esempio l’alfalfa o il trifoglio.
  4. Una volta scelti i nostri semi, ricordiamoci che tutto quello con cui verrano in contatto farà parte di ciò che mangeremo. Quindi laviamoci sempre bene le mani prima di maneggiarli, utilizziamo vaschette o barattoli ben lavati, e teniamoli in un posto pulito: questo eviterà l’aggressione di muffe e batteri.
  5. Solitamente i semi necessitano di un periodo di ammollo. Questo varia a seconda del seme (vedi tabella), di solito sono 8-10 ore. Quindi possiamo mettere i nostri semi a bagno in acqua in un contenitore pulito e lasciarli riposare una notte.
  6. Successivamente, l’acqua dell’ammollo va buttata, i semi risciacquati un paio di volte (si possono filtrare con un colino fitto) e disposti nel germogliatore.

Germogliatore a vaschetta: queste vaschette di solito sono contenitori bassi e larghi, in plastica, con un reticolo fitto su cui vanno disposti i semi. I semi poi germogliano e le radici pescano nell’acqua sottostante. Viene consigliato spesso di munirsi di un nebulizzatore (spruzzino) in modo da tenere umidi i semi con delicatezza (comunque io non lo uso e crescono bene ugualmente). La vaschetta va svuotata e sciacquata due volte al giorno. Sarebbe meglio utilizzare acqua minerale anzichè quella di rubinetto, secondo me, almeno dal momento in cui i germogli sono alti mezzo cm. I germogli assorbono e concentrano tutto ciò che gli si dà: l’acqua al cloro non è il massimo. Oltre a sciaquare il germogliatore due volte al giorno, non c’è molto altro da fare: godetevi la crescita. Nel mio piccolo germogliatore Ikea (Fröer) io pianto i semi di crescione (Lepidum Sativum) e per i primi 4-5 giorni vi dispongo sopra un foglio di alluminio per tenerli al buio e preservarne meglio l’umidità. Dopodichè scopro il germogliatore, e per un paio di giorni lo tengo alla luce, non necessariamente diretta. Quando i germogli sono pronti (altezza circa 5 cm con due foglioline), li taglio alla base con una piccola forbice da cucina (lavata in lavastoviglie), e raccolgo i germogli in un contenitore di vetro. Quando li mangio (meglio raccoglierli quando si desidera mangiarli subito), li tengo prima un po’ a bagno in acqua e bicarbonato, come faccio per qualsiasi altra verdura, poi li risciacquo e li dispongo su un pezzo di carta da cucina per asciugarli, e da lì vanno a finire nel piatto. I germogli di crescione inglese nascono da un seme mucillaginoso, quindi sono ideali per la vaschetta, ma non per il barattolo.

Germogliatore a barattolo: sebbene vendano comodi kit appositi con barattolo in vetro, tappo con la retina in metallo, e supporto; possiamo anche imitare facilmente questo sistema munendoci di un comune barattolo da conserva, ad esempio il classico vasetto in vetro da 500ml “Quattro Stagioni” della Bormioli Rocco che si trova un po’ in tutti i supermercati. Questo vasetto (o un suo analogo), è proprio la misura giusta e la forma ideale per coltivare i germogli, perchè le bustine predosate si basano su germogliatori della stessa capacità e forma simile. Se volete riutilizzare un barattolo in vetro che già possedete, assicuratevi di lavarlo in lavastoviglie prima del riutilizzo e che non ci sia alcuna traccia dei precedenti alimenti o di odori. Al posto del tappo apposito con la retina in metallo, ci basta utilizzare una garza sterile in cotone, quella classica da ferite che si prende in farmacia o al supermercato nel reparto cerotti. Per tenerla ferma sul collo del barattolo basta un elastico pulito o una cordina alimentare da arrosto. Ecco pronto il nostro kit! Rimane solo un posto dove posizionare il barattolo, che deve stare inclinato con l’apertura in basso per evitare i ristagni d’acqua. Per fare questo è sufficente metterlo dentro una ciotola, rivolto verso il basso. Nel mio caso ho stampato in 3D una struttura che lo tiene posizionato in quel modo.

Per far germogliare i semi in barattolo è molto semplice: terminato l’ammollo, li sciacquate e li versate dentro al barattolo. Chiudete il barattolo con la garza sterile e la assicurate con l’elastico. Fate scolare bene l’acqua in eccesso che fluirà attraverso la garza, e posizionate il barattolo nella ciotola, o nella struttura di sostegno del vostro kit. Due volte al giorno (mattina e sera) riempite il barattolo con acqua (non è necessario rimuovere la garza) e poi lo svuotate, in modo da risciaquare i semi che rimarranno anche sempre ben inumiditi. Tutto qui! Il vostro barattolo può stare in cucina o dove volete, perchè non ha bisogno di luce. I germogli crescono benissimo al buio e sono pronti in pochi giorni. Quando sono pronti e volete mangiarli, prendetene la quantità desiderata e lavatela in acqua con un po’ di bicarbonato. Risciacquatela e disponetela su un pezzo o due di carta da cucina per assorbire l’acqua in eccesso. I germogli ora sono pronti da mangiare e ciò che rimane lo potete riporre in frigo.

In alto: crescione nella vaschetta Fröer (Ikea). Nel barattolo: germogli di broccolo.

BUFALE SUI GERMOGLI:

I germogli con presunta vitamina D – Secondo certi venditori, a cui evidentemente interessa solo guadagnare sulla salute altrui, così come secondo vari siti si disinformazione, alcuni germogli sarebbero “ricchissimi di vitamina D“. Ho letto in particolare di germogli di girasole che sarebbero “tra i pochi ad avere una fonte di vitamina D elevatissima.” Questa è una BUFALA molto dannosa, in quanto spinge le persone a credere di poter vivere in salute comprando solo determinati cibi e credendo di poter fare a meno di certi gruppi di alimenti, suggerendo che si possa ottenere tutto dai soli vegetali. La vitamina D è una sostanza (che per la precisione consiste in un gruppo di pro-ormoni) che si può trovare in quantitativi degni di nota ESCLUSIVAMENTE nel regno animale e in misura minore nel regno fungino. Non lo dico io, lo dicono la biologia, la botanica, e la biochimica. Chiunque può andare a cercare conferma nella letteratura scientifica. Quindi qualsiasi cosa leggiate in merito a vitamina D presente in abbondanza dentro a germogli come in qualsiasi altro vegetale, potete essere assolutamente certi che è una sciocchezza.

E’ vero che in tracce, la vitamina D o suoi precursori (steroli) sono stati rilevati, ad esempio, nell’alfalfa, ma si tratta di tracce nell’ordine di 0,00062-0,001μg/g nel peso secco, di germogli irradiati. Quindi, è corretto dire che i germogli sono “ricchi” o anche solo “contengono” vitamina D, come se potesse apportare parte del fabbisogno giornaliero? Ma assolutamente NO. E’ una tale infinitesimale quantità che dovreste mangiare letteralmente tonnellate di germogli, prima di ottenere qualche apporto sopraliminare. Per lo stesso motivo, non si dichiara ad esempio “i germogli contengono arsenico” o “radon”… o qualsiasi altra sostanza pure presente in tracce infinitesimali, perchè non è di alcuna rilevanza.

Per approfondire:

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23717318 https://ndb.nal.usda.gov/ndb/foods/show/2815 https://www.healthbenefitstimes.com/alfalfa/

Germogli che sarebbero pieni di batteri – I germogli non sono pieni di batteri nè più nè meno degli altri vegetali. Il problema dei batteri insorge laddove i semi vengono disposti in contenitori sporchi, manipolati da mani non lavate e infine quando i germogli non vengono lavati al momento del raccolto. Il motivo è semplice: per germogliare serve un ambiente umido, e se questo non è pulito si trasforma nel perfetto habitat per muffe e batteri. Il batterio più frequentemente riscontrato nelle colture di germogli è l’ E. Coli, che è un batterio fecale umano: e non viene certo dal germoglio…

Ci sono diversi video su Youtube dove alcune persone coltivano germogli e si vedono cose incredibili: c’è chi usa pezzi di retina presi dai filtri dei condizionatori per coprire i barattoli, chi invece fa i germogliatori con bottiglie di plastica usate, tagliandole con un cutter dalla lama sporca e arrugginita, e una varietà di altre pessime idee. Non imitiamole.

L’erba Medica sarebbe un’erba che medica – Senza nulla togliere alle proprietà nutrizionali e fitoterapiche dell’erba medica (nome scientifico Medicago Sativa), il nome non viene da “medico” ma dai Medi, una antica popolazione iranica il cui impero si estendeva dalla Turchia all’attuale Azerbaigian. L’erba medica si chiama anche alfalfa, un nome di dervazione araba che significa foraggio.

Guida ai Germogli (Parte 1)

Nel mio precedente articolo descrivevo i germogli come un superfood. Pronti in pochi giorni, si possono conservare per una settimana o più in frigorifero e raccolti poco a poco per mangiarli crudi in molti modi diversi. Si lavano come una qualsiasi verdura prima del consumo (ad esempio con bicarbonato) e contengono moltissime sostanze benefiche per la nostra salute. Vediamo quali sono le loro proprietà e caratteristiche in questa utile mini-guida in forma di tabella.

Tipo di
Seme
Tempo di
Ammollo /
Tempo di Germinazione
Tipo di
Germogliatore
ProprietàSapore, Uso
in Cucina
Adzuki Rosso10 ore /
3-4 giorni
TuttiRegolano il livello di insulina nel sangue e abbassano il livello di colesterolo. Ricchissimi di calcio, potassio, magnesio, ferro, zinco, selenio. Vitamine: A, gruppo B, C, E. Proprietà antinfiammatorieDa cuocere al vapore. Buonissimi accostati ad un piatto di pasta integrale, ottimi all’insalata o su bruschette d’estate, ma anche gustati in una zuppa calda d’inverno. Sapore tipico di legume.
Alfalfa8-10 ore /
4-5 giorni
TuttiVitamine: A, B, C, E, K, U
Sali minerali: Ca, K, Mg, Cu, Fe, Zn, Se
Proteine, aminoacidi, enzimi, fitoestrogeni utili per contrastare la menopausa. Azione antinfiammatoria grazie a quercetina e cumesterolo. Il re dei germogli.
Ottimi con frutta a fettine o nello yogurt, nel panino oppure in insalata; assieme a verdure e minestre fredde come creme di legumi. Con insalate di riso e paste fredde.
Conditi con salsa di soia, con capperi e olive, o con funghi sott’olio
Basilico5-10 minuti /
10 giorni
Germogliatore a ripiani
(poca acqua o rischio muffe)
Proprietà digestive e stimolanti, contiene vitamina A e B1Sapore aromatico del basilico, da usare come sua alternativa
Broccoli8-10 ore /
5-6 giorni
TuttiVitamine A e C, calcio e ferro, sulforafano. Rigenerazione dei tessuti, regolazione del metabolismo, funzionamento del sistema immunitario e nervoso Gusto fresco di broccoli, da usare al posto del prezzemolo su patate lesse, su tartine per un aperitivo, nella pasta, per insaporire un panino o come accompagnamento di secondi piatti
Cavolo Rosso8-10 ore /
4-6 giorni
Tutti

Luce indiretta
Vitamine: A, C. acido folico
Minerali: soprattutto calcio
Sulforafano, flavonoidi. Azione protettiva contro lo stress ossidativo, effetto anti-infiammatorio, e di ausilio nella prevenzione di certe patologie degenarative.
Sapore tipico del cavolo rosso. Molto versatili in cucina: aggiungono sapore ad un’insalata mista; in un piatto di patate al vapore condito con olio e grana; nel riso allo zafferano; insieme ad un formaggio delicato, sulle bruschette.
Ceci10 ore /
4 giorni
TuttiRicchissimi di aminoacidi essenziali e di minerali. Sono particolarmente indicati per combattere l’anemia. Garantiscono un elevato apporto nutritivo.Vanno cotti al vapore. Tipico sapore del legume, sono adatti per tantissimi piatti grazie alla loro versatilità e bontà.
Chia5-10 minuti /
6-8 giorni
Germogliatore a ripiani
(poca acqua o si rischia ammuffimento. Seme non facilissimo da germogliare)
Fonte di antiossidanti, fibre, proteine, minerali, vitamine (A in particolare), abbondanti acidi grassi Omega 3.Sapore delicato e vagamente di noce. Si abbina ad altre verdure nelle insalate, ad altri germogli in vari mix, nei sandwich.
Chinese RoseVedi
Ravanello Rosa /
Ravanello Viola


Crescione30-60 minuti /
5-6 giorni
TuttiVitamina A, C, vitamine del gruppo B e sali minerali tra cui calcio e fosforo. Azione antiossidante e anti-infiammatoria grazie a quercetina e il kampferoloDal sapore intenso e piccante, adatti ai piatti di patate, col riso, con vellutate e verdure , secondi piatti, in salse e vinaigrette.
Su bruschette, insieme a germogli di alfalfa e frutta secca o a semi di lino e girasole.
Daikon8 ore /
4-5 giorni
Germogliatore a ripiani e luceVitamine: A, B1 B2, C
Minerali: K, Ca, Mg, S, P
Ricco soprattutto di potassio, riequilibrante della flora batterica
Sapore pungente e piccante tipici del ravanello. Per gli usi in cucina vedi ravanello.
Fagiolo Mungo10 ore /
3-5 giorni
TuttiVitamine: A, gruppo B, C, E.
Minerali: Ca, Mg, K, Fe, Zn, Cu, P, Na. Elevata quantità di proteine (20%). Contengono inoltre tutti gli aminoacidi essenziali, enzimi utili alla digestione
Da cuocere al vapore. Tipico sapore del legume, si possono aggiungere nelle insalate o gustare anche da soli, conditi con olio, aceto e sale oppure con salsa di soia.
Farro /
Frumento Duro
8-10 ore /
2-3 giorni o 14
giorni
Germogliatore a ripiani (eventualmente con terra) e luce Vitamina A, B, C, E. Ca, Fe, Mg, P K, S, Z, Cb, Zn
17 amminoacidi, enzimi, clorofilla (nell’erba). Azione nutritiva, depurativa, digestiva
Da consumare come germe di grano dopo pochi giorni oppure come erba di grano da cui estrarre il succo. Tale succo dal sapore dolce va bevuto subito (si ossida).
Fieno Greco8-10 ore /
4 giorni
TuttiElevato contenuto proteico 23%, e di sali minerali (Ca, Fe, Mg, K, Na, P, Z). Vitamine A e B. Proprietà digesive, depurative, controllo zuccheriAssumono un sapore diverso se fatti crescere in luce diretta o meno. Consumati da soli o insieme ad altri germogli.
Finocchio10 ore /
10-14 giorni
TuttiRicchissimi di potassio e altri sali minerali, i germogli di finocchio hanno proprietà digestive, stimolanti e diuretiche. Vitamine del gruppo B, e KSapore dolce e aromatico del finocchio, ottimo nelle insalate, nelle zuppe, sul pesce, con le uova o il formaggio.
Girasole10 ore /
4-6 giorni
TuttiVitamine: B1, B6, B5, PP, E
Minerali: selenio, ferro, rame, fosforo, manganese, magnesio e zinco.
Fitosteroli, Proteine, Omega 6, Omega 9. Meglio non eccedere per via dell’acido arachidonico (max 20g al dì)
Sapore dolce, leggermente piccanti con toni di nocciola, consistenza croccante e molto versatili.
Lenticchie8-10 ore /
2-3 giorni
Germogliatore a ripianiVitamina C, B1, acido folico, sali minerali quali fosforo, manganese, zinco e potassio. Elevato contenuto di proteine e ferro, aminoacidi essenziali. Contro anemia e stanchezza, per controllo zuccheri, antinfiammatoriIn insalata (con pomodoro e cipolla fresca, oppure carota, sedano e prezzemolo);
in un piatto di cereali (riso, orzo, farro), nelle minestre di verdure (zuppa di patate, di zucca, di carciofi…), oppure con le verdure cotte (broccoletti, spinaci, zucchine…). Anche cotti a vapore.
Lino5-10 minuti /
7 giorni
Germogliatore a ripiani
(rischio muffe, semi talvolta difficili da germogliare)
Azione antibatterica, antiossidante, antinfiammatoria e ricostituente. Sono molto ricchi di proteine (20-25%), Omega-3, calcio, ferro, megnesio, fosforo, potassio e forniscono tutti gli aminoacidi essenziali. Vitamine A, C, B, E.A non tutti piace il sapore, spesso sono mescolati ad altri germogli o nell’insalata.
Orzo 8-10 ore /
2-3 giorni o 14
giorni
Germogliatore a ripiani (eventualmente con terra) e luce Vitamine e sali minerali: A, B1, B5, B6, B12, C, E, K, Ca, Fe, Mg, P
Alto valore nutritivo
Vedi Farro / Frumento Duro
Piselli10-12 ore /
2-4 giorni
o 10 giorni
Germogliatore a ripianiElevate quantità di minerali (potassio, fosforo, magnesio, calcio e ferro), vitamine del gruppo B, vitamina C.
Abbassano il colesterolo, remineralizzanti
Possono essere consumati come germogli di 3 giorni: da passare al vapore per qualche minuto, abbinandoli poi a primi piatti di riso, pasta e cereali.
In alternativa, i semi di piselli possono essere fatti crescere per 10 e da recidere alla base: ottimi su insalate e secondi piatti, grazie ad un sapore misto di pisello e asparago.
Porro8-10 ore /
7-10 giorni
Germogliatore a ripiani

(Tenere i semi in frigo prima e dopo l’apertura. Non sparpagliare i semi nel germogliatore, ma tenerli tutti insieme a mucchio)
Ottimo rimineralizzante e fonte di acido folico.
Azione antisettica e antibatterica.
Ricco di sostanze solforate utili per la salute del sistema cardiovascolare e con azione antiossidante.
Gusto fresco di erba cipollina; perfetti in abbinamento a sughi, nell’insalata, su pizze, bruschette, in un originale guacamole di avocado, sopra una frittata, sul pesce assieme al limone, con un formaggio stagionato.
Ravanello Rosa /
Ravanello Viola
8-10 ore /
4 giorni
TuttiFonte di vitamina B6, C, acido folico
Promuove la salute cardiovascolare, abbattendo l’omocisteina, un amminoacido che promuove l’aterosclerosi (depositi di grasso nei vasi sanguigni). Migmiora la salute di fegato e reni.
Contiene numerose sostanze protettive sull’organismo come i glucosinolati (antinfiammatorie e anticancro).
Intenso sapore di ravanello; piccanti.
Ingrediente eccellente per tutte le insalate invernali ed estive.
Ottimo accompagnamento crudo alle verdure, in primi piatti, vellutate e contorni.
In sintonia con tofu e formaggi delicati, su bruschette e nei panini.
Rucola30-60 minuti /
5-6 giorni
Germogliatore in vetroRicca di vitamina C, e di minerali essenziali quali calcio, ferro, fosforo e magnesioCaratteristico aroma di rucola, con sapore deciso e pungente che denota l’elevata presenza di antiossidanti.
Possono abbinarsi ad insalate e a tutte le verdure crude, a frittate, formaggi, paste fredde estive e panini.
Senape Gialla2-4 ore /
5-6 giorni
Germogliatore in vetroBellissimi germogli dalla livrea verde e viola, contenenti importanti quantità di proteine, carboidrati, e oli con azione antisettica e antibatterica. Ricchi di minerali, in particolare zolfo, ferro, calcio e potassio, e di vitamine A, B, CDal retrogusto leggermente piccante, insaporiscono insalate, verdure, carne, pesce e formaggi. Da utilizzare anche nella preparazione di “vinaigrette”.
Trifoglio10 ore /
4-5 giorni
TuttiElevato contenuto proteico (30%), contengono fosforo, potassio, magnesio, calcio, ferro e zinco. Tra le vitamine: A, B, C, ESapore dolce e delicato, molto versatili, ideali nell’insalata.

Nota: le proprietà di alcuni germogli in uso da poco nella cucina occidentale non sono ancora ben diffuse, e talvolta il produttore è l’unica fonte di informazione. Quindi è possibile che ci siano imprecisioni nel contenuto di vitamine, minerali e altre sostanze per alcuni germogli.

I Magnifici 8 (Nutrienti)

Per molti anni la dieta mediterranea è stata promossa come uno stile alimentare associato a una migliore salute fisica e mentale. Alla luce di queste informazioni, i ricercatori dell’Università dell’Illinois Urbana-Champaign hanno esaminato attentamente 32 importanti sostanze nutritive associate alla dieta mediterranea per vedere quali potevano essere specificamente collegati a prestazioni cognitive più sane negli anziani. Le loro scoperte, pubblicate online nel dicembre 2018 e nel numero di marzo 2019 della rivista NeuroImage, hanno circoscritto i benefici a otto sostanze nutritive chiave.

Piuttosto che basarsi su questionari alimentari standard che richiedono ai partecipanti allo studio di ricordare cosa e quanto hanno mangiato durante specifici periodi di tempo, o test cognitivi tradizionali, i ricercatori hanno usato l’analisi del sangue per esaminare lo stato reale dei nutrienti dei partecipanti e la risonanza magnetica (immagini di risonanza magnetica) e per misurare l’efficienza delle loro reti cerebrali. Questi metodi diretti di raccolta delle informazioni hanno fornito ai ricercatori prove più chiare e più accurate di eventuali associazioni tra dieta e salute del cervello.

 

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La Dieta Mediterranea è ricca di verdure, legumi, frutta, pesce, noci, olio extravergine di oliva e cereali integrali: tutte fonti di nutrienti importanti.

 

I ricercatori hanno ristretto le 32 sostanze nutritive fornite da una dieta mediterranea tradizionale a diverse che sembrano giocare ruoli chiave in un sano invecchiamento cerebrale, in prestazioni cognitive potenziate, nell’efficienza funzionale della rete cerebrale, nella funzione esecutiva e nell’intelligenza generale. Questi includono acidi grassi omega-3, che si trovano in quantità significative in grassi pesci e oli di pesce; acidi grassi omega-6, presenti in oli vegetali, noci, semi, prodotti a base di pollame e cereali integrali; licopene, presente negli alimenti vegetali a pigmenti rossi, come pomodori e anguria; carotenoidi, trovati in alimenti a pigmenti gialli e arancioni, come patate dolci, zucca e carote; vitamina D, che si trova principalmente nei pesci grassi e in alcuni funghi; e la vitamina B riboflavina, presente nei latticini e nei cereali arricchiti; i folati, trovati in verdure a foglia verde scure e altre verdure e frutta; e B12, trovati in prodotti di origine animale come carne, pollame, pesce, uova, latticini. Un sottoinsieme dei partecipanti allo studio originale è ritornato due anni dopo per un follow-up e sono stati confermati modelli di nutrienti simili.

Tuttavia, non è solo il consumo di questi singoli nutrienti che influisce sulla salute del cervello e sull’efficienza cognitiva, hanno scoperto i ricercatori, ma piuttosto sul modo in cui lavorano insieme e vengono elaborati collettivamente dall’organismo più importante. Ecco perché gli esperti di nutrizione raccomandano, quando possibile, di ottenere i nutrienti da una dieta varia ed equilibrata, dove sono naturalmente confezionati insieme in quantità salutari e utili.

La ricerca continua spesso a concentrarsi sui benefici del mangiare una dieta in stile mediterraneo, perché questo particolare modello alimentare garantisce la disponibilità di una grande varietà di nutrienti noti per essere essenziali per la prevenzione delle malattie e una salute duratura. (Ovviamente, nei casi in cui i nutrienti specifici non sono facilmente disponibili nella dieta, un medico o un nutrizionista può raccomandare integratori).

 

Per approfondire:

https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S1053811918321517?via%3Dihub

Le Fibre che Gonfiano: Vanno Eliminate?

Spesso le persone riferiscono di non essere in grado di mangiare legumi, verdure o frutta perché gonfiano e causano loro disturbi intestinali. Quindi iniziano ad evitare sempre più tutti questi cibi ricchi di fibre e nutrienti, perseverando in una dieta povera di fibre e ricca di carboidrati raffinati, zuccheri e calorie vuote.

Questa incapacità di digerire correttamente le fibre non è una situazione normale, ma è causata dalla disbiosi: ovvero uno squilibrio dove non sono più presenti quei batteri buoni in grado di digerire quelle fibre, di conseguenza queste fermentano, e causano discomfort intestinale. La soluzione a questo problema non è eliminare le fibre, come purtroppo si legge diffusamente su internet, ma reintrodurre gradualmente i cibi ricchi di fibre, in modo tale da ripopolare l’intestino con quei batteri indispensabili per mantenerci in salute.

Nel mio articolo precedente ho elencato diversi alimenti prebiotici, ovvero alimenti che favoriscono la presenza e lo sviluppo dei batteri buoni a discapito di quelli nocivi. Ecco come possiamo utilizzarli.

1) Si può partire sostituendo gradualmente il pane bianco con quello integrale, magari di avena e segale.

2) Successivamente si può sostituire parte della pasta con pasta integrale e legumi (o pasta di legumi).

3) Evitiamo di mangiare solo le solite patate e carote cotte che sono tra le verdure più povere di fibre e nutrienti: iniziamo a variare maggiormente le verdure con quelle più fibrose. Non serve perdere tempo ai fornelli: ci sono prodotti congelati, essiccati o già cotti e al contempo naturali. L’aglio crudo si può usare sulla classica bruschetta, mentre un po’ di cipolla cruda tagliata fine si può aggiungere all’insalata d’estate.

4) Le spezie vanno utilizzate ogni giorno: il rosmarino si sposa perfettamente con i ceci, la carne e pesci come il merluzzo. La cannella è ottima con le mele, le pere, le pesche e le albicocche, nel latte, nei biscotti, nei dolci in genere. Lo zenzero fresco ha il sapore di un limone piccante, senza essere aspro: si sposa benissimo con molti piatti sia dolci che salati, o anche semplicemente come tisana. La curcuma, da preferire cotta per migliorarne l’assorbimento, è estremamente versatile. Potete aggiungerla ovunque a piacimento.

5) Si possono sostituire poi gli snack con la frutta a guscio. È importante non comprare frutta a guscio spellata della sua buccia e peggio ancora aggiunta a grassi e zuccheri. Compriamo la versione più naturale possibile.

Al contempo, per riequilibrare l’intestino, è necessario togliere il nutrimento ai batteri nocivi. Il nutrimento dei patogeni è principalmente lo zucchero, il pane bianco, le farine raffinate e non integrali (inclusi gli alimenti/preparati sostitutivi per celiaci), l’alcol, gli insaccati, molti prodotti confezionati e il cibo-spazzatura in genere. Molti prodotti dove l’etichetta proclama la presenza di fermenti, ma dove come primo ingrediente troviamo lo zucchero, e poi aromi, coloranti e altri additivi, non serviranno a risolvere la disbiosi.

Nella foto: alcuni esempi di cibi confezionati ma di buona qualità, che possono aiutare ad assumere buone fibre. Alcuni crackers della linea Natura Ricca Misura, contengono farine poco raffinate, semi ricchi di fibre e sostanze nutritive. Al supermercato si trovano anche confezioni di crackers ai cereali arricchiti di legumi, come nel caso di questi buonissimi crackers riso e ceci. Lo zenzero ormai è molto diffuso. Trovo vaschette di zenzero biologico al supermercato. Il topinambur è noioso da preparare ma si trovano ottime chips essiccate nei negozi biologici/online. Di frutta a guscio ce ne sono tante varietà: qui si vede un mix con noci del Brasile, anacardi e macadamia. Si possono alternare a: noci, nocciole, pistacchi, arachidi, mandorle, pecan; per ottenere tutti i benefici di questi frutti. Non vanno dimenticati i semi: di zucca, di canapa, di lino, di girasole, di papavero, di sesamo: integriamoli nella dieta quotidiana. I carciofi grigliati della Demeter sono confezioni pronte di ottimi carciofi biologici conditi con olio, prezzemolo e succo di limone. Non trovo mai striature bruciate di griglia, o non li comprerei, dato che il cibo bruciato rilascia sostanze nocive. In alternativa trovo zuppe di carciofi congelate al naturale. L’avena soffiata integrale al naturale è ottima per la colazione oppure come base per dolci. Si trova anche al supermercato. La versione senza glutine invece si trova più frequentemente nei negozi biologici o senza glutine.

Per riequilibrare la flora intestinale e tornare ad uno stato normale (eubiosi) servono soprattutto pazienza e costanza. Se ci si accorge che si va troppo veloci con le sostituzioni, si può fare un passo indietro e rallentare il procedimento. L’importante è andare nella direzione giusta. Sapremo di aver raggiunto un buon equilibrio del microbiota quando saremo in grado di digerire tranquillamente legumi, verdure fibrose e altri cibi prebiotici raggiungendo un apporto ideale di 25-29 grammi di fibre giornaliere senza accusare problemi. Sono escluse le persone con particolari patologie quali diverticolite e altre condizioni speciali che richiedono restrizioni dietetiche di alcuni tipi di fibre.

Per aiutare ad incrementare la varietà dei ceppi batterici benefici ci si può aiutare con i cibi probiotici, o i fermenti lattici. Vediamo nel prossimo articolo alcuni prodotti utili per questo scopo.

Pre-, Pro-, Sin- biotici: che Differenza c’è?

È importante conoscere la differenza tra probiotici e prebiotici e conoscere la loro funzione.
I batteri probiotici sono microrganismi vivi noti come “batteri intestinali amichevoli” che, quando presenti e / o somministrati in quantità adeguate, possono avere potenziali benefici per la salute.

Il termine “probiotico” deriva dal termine greco “a favore della vita”.

I probiotici sono stati considerati benefici fin dall’antichità (in particolare i batteri dell’acido lattico – Lattobacilli e Bifidobatteri), ma sono diventati celebri alla fine del 1800 e all’inizio del 1900, quando fu proposto che consumare yogurt contenente Lactobacillus diminuisse i batteri nocivi che producono tossine nell’intestino e aumentasse la longevità.

I batteri probiotici presenti in natura si trovano in prodotti alimentari fermentati come yogurt, kefir, crauti, cavoli kimchee e fagioli di soia che sono la base di miso e natto.

I ceppi probiotici più comuni appartengono alla specie Lactobacillus e Bifidobacterium, seguiti dai generi Streptococcus, Enterococcus, Propionibacterium, Bacillus ed Escherichia. Inoltre, alcune specie di lievito vengono utilizzate come probiotici, ad esempio, S. boulardii e S. cerevisiae.

I probiotici possono migliorare il sistema immunitario, migliorare la funzione della pelle, aumentare la resistenza agli allergeni e ridurre i patogeni corporei. Hanno effetti anti-infiammatori, migliorano il profilo lipidico del sangue e la tolleranza al glucosio, abbassano la pressione sanguigna e il BMI (indice di massa corporea).

Si noti che negli studi clinici, le miscele probiotiche si sono spesso dimostrate migliori di un ceppo singolo per il miglioramento della microflora indigena.

I prebiotici invece non sono batteri, sono invece il cibo dei batteri.
I prebiotici sono carboidrati e fibre specifici, come polisaccaridi, fruttani e inulina, che possono esercitare effetti benefici sulla composizione e sulle attività metaboliche dei microrganismi intestinali. Una dieta ricca di inulina e fibre correlate, ad esempio, ha dimostrato di aumentare i bifidobatteri. L’inulina si trova ad esempio nei topinambur e nei legumi.

Dei simbiotici non ne avevamo ancora parlato.
Una combinazione prebiotica e probiotica viene definita sinbiotica, quando il beneficio per la salute è sinergico. Si può parlare di organismi simbiotici anche tra umani e probiotici, dato che ci beneficiamo a vicenda: noi nutriamo loro e loro riparano i nostri danni cellulari, sempre che noi ci nutriamo con cibi sani e che non andiamo ad incrementare i batteri nocivi: in questo caso il danno cellulare anziché riparato sarebbe amplificato. Per questo è importantissimo, soprattutto ora che sappiamo quanto sia importante l’alimentazione, scegliere gli alimenti che beneficiano i nostri simbionti per ottenere in cambio protezione dallo stress ossidativo e dell’infiammazione.

Allergia alle Arachidi: Nuove Soluzioni

Un trattamento di nuova concezione potrebbe presto aiutare le persone con allergia alle arachidi a diventare più sicure nelle loro scelte alimentari.

L’allergia alle arachidi potrebbe presto diventare meno preoccupante grazie a un nuovo trattamento efficace.
Le informazioni fornite l’anno scorso da specialisti dell’American College of Allergy, Asthma e Immunology (ACAAI) indicano che quasi il 2,5% di tutti i bambini negli Stati Uniti può vivere con l’allergia alle arachidi.

Questo numero rappresenta un aumento del 21% di allergie alle arachidi nei bambini dal 2010.

Una sfida fondamentale per chi vive con l’allergia alle arachidi è la distinzione tra prodotti alimentari sicuri al 100% e quelli che possono scatenare un episodio di allergia.

Per alcune persone, l’allergia può essere abbastanza significativa da causare anafilassi, una reazione grave e pericolosa per la vita. Molti prodotti alimentari possono contenere tracce di arachidi perché le fabbriche che li producono gestiscono anche le arachidi.

Tuttavia, un nuovo trattamento sviluppato da esperti presso gli istituti di ricerca di tutto il mondo sembra promettere di poter aiutare le persone con questo tipo di allergia alimentare. Il trattamento mira a creare una tolleranza sufficiente alle arachidi in modo che le persone con allergia alle arachidi possano gestire l’esposizione accidentale senza problemi.

“Siamo entusiasti del potenziale per aiutare i bambini e gli adolescenti con allergia alle arachidi a proteggersi dal mangiare accidentalmente un cibo con noccioline”, dice l’autore dello studio, il dott. Stephen Tilles, che è anche ex presidente dell’ACAAI e consulente per la società biotecnologica Aimmune Therapeutics.

I ricercatori hanno presentato i loro risultati di recente (novembre 2018) al meeting scientifico annuale ACAAI a Seattle, WA. Questi risultati appaiono anche nel New England Journal of Medicine.

I partecipanti vedono un aumento della tolleranza
“Poiché non esiste un trattamento approvato per l’allergia alle arachidi, lo standard di cura è stato una dieta rigorosa di eliminazione e la tempestiva somministrazione di farmaci di salvataggio in caso di reazione allergica all’esposizione accidentale”, scrivono gli autori dello studio.

“Tuttavia, nonostante la vigilanza, possono verificarsi esposizioni accidentali e causare reazioni di imprevedibile gravità, anche con piccole quantità di allergeni, che portano a un rischio permanente di reazioni gravi”, continuano.

Il recente studio ha testato l’efficacia di una nuova immunoterapia orale per l’allergia alle arachidi chiamata AR101, che è un […] “farmaco biologico orale derivato dalle arachidi che fornisce una dose giornaliera di mantenimento di 300 milligrammi di proteina di arachidi,” come spiegano i ricercatori nel documento di studio.

Il gruppo di ricerca ha lavorato con partecipanti di età compresa tra 4 e 55 anni, anche se la maggior parte di questi è caduta nella fascia di età da 4 a 17 anni. Tutti i partecipanti convivevano con l’allergia alle arachidi.

All’inizio e alla fine dello studio, i volontari hanno intrapreso una sfida alimentare orale in modo che gli scienziati potessero stabilire la gravità delle loro reazioni allergiche.

Del numero totale di partecipanti, due terzi hanno ricevuto AR101, mentre un terzo ha ricevuto un placebo. Ogni persona ha ricevuto la sostanza assegnata in dosi crescenti fino a quando ha raggiunto la dose di mantenimento – hanno continuato a prendere questa quantità per la durata dello studio.

I ricercatori hanno scoperto che alla fine dello studio, l’80% dei partecipanti ha raggiunto con successo la dose giornaliera di mantenimento, che equivaleva a circa una nocciolina.

Come spiega il Dr. Tilles, molti partecipanti hanno visto un aumento significativo della loro tolleranza alle arachidi. “La nostra speranza quando abbiamo iniziato lo studio era che trattando i pazienti con l’equivalente di una nocciolina al giorno, molti avrebbero tollerato fino a due noccioline”, dice l’autore dello studio.

“Siamo stati lieti di scoprire che due terzi delle persone nello studio sono stati in grado di tollerare l’equivalente di due noccioline al giorno dopo 9-12 mesi di trattamento, e metà dei pazienti ha tollerato l’equivalente di quattro noccioline “. Ha detto il Dr. Stephen Tilles.

Il trattamento potrebbe presto diventare disponibile
Inoltre, i partecipanti hanno segnalato molti meno effetti collaterali durante il processo rispetto a quanto avevano previsto i ricercatori. Non più del 6% dei partecipanti ha avuto effetti collaterali gastrointestinali che li hanno indotti a lasciare il processo, mentre ben un terzo dei volontari ha avuto solo lievi effetti collaterali.

Come sottolinea il dott. Tilles, “Le reazioni delle sfide orali alla fine dello studio sono state molto più miti rispetto a prima del trattamento”.

“In media, i partecipanti erano in grado di tollerare una dose 100 volte più alta di arachidi alla fine dello studio rispetto all’inizio, oltre ai sintomi causati dalla dose 100 volte più alta alla fine dello studio era più lieve rispetto ai sintomi della dose più bassa all’inizio dello studio “, aggiunge.

Tuttavia, “Questa non è una soluzione rapida, e non significa che le persone con allergia alle noccioline saranno in grado di mangiare noccioline ogni volta che vorranno”, nota un altro degli autori dello studio, il Dr. Jay Lieberman, che è vicepresidente del Comitato per l’allergia alimentare ACAAI.

“Ma”, dice, “è sicuramente un passo avanti”. Egli esprime anche la speranza che molto presto, la Food and Drug Administration (FDA) statunitense riesaminerà il trattamento e che potrebbe essere più ampiamente disponibile “nella seconda metà del 2019”.

“Se ciò accade”, aggiunge il dott. Lieberman, “le persone che ricevono e sono in grado di tollerare questo trattamento dovrebbero essere protette da esposizioni accidentali”.

Un Piatto Autunnale

Questa è una ricetta che tra gli ingredienti ha le bellissime patate Vitelotte, ovvero tuberi con un incredibile colore viola, poi i funghi, le cipolle e il prezzemolo. Guardando nella pentola avevo l’impressione di osservare il sottobosco di una foresta in autunno, con i sassi, il muschio e i funghi…

Come fonte proteica da associare a questo contorno bello e buono, ho optato per una semplice ricotta alle noci, che ho composto io con qualche gheriglio. Questa è un’idea per abbellire e insaporire una ricotta, oltre che ad aggiungere ottimi nutrienti grazie ai grassi essenziali, alle fibre e alle proteine delle noci, incluse le loro preziose sostanze antiossidanti.

 

Preparare questo piatto è semplice. Una volta sbucciate e lavate le patate viola e le cipolle, si tagliano a pezzetti e si aggiungono a qualche fungo misto che io prendo surgelato. Ovviamente se trovate i funghi misti freschi e avete anche voglia di pulirli, va altrettanto bene.

Ho cotto queste verdure nel brodo vegetale, per circa 30 minuti. Poi finita la cottura ho aggiunto del prezzemolo tritato crudo, perché così mantiene il suo sapore e le sue proprietà.

Questo piatto, composto da una ricotta e una porzione di contorno, accompagnato da crackers di riso e ceci, ha circa 600 calorie, con un rapporto tra grassi e carboidrati a favore dei primi, e un apporto normale di proteine. Infatti in un regime alimentare antinfiammatorio a mio parere sono da prediligere i grassi, che sono il veicolo delle vitamine liposolubili e acidi grassi essenziali, anziché i carboidrati, che si rendono necessari in quantità maggiori quasi esclusivamente se si praticano attività fisiche. Altrimenti diventano pro-infiammatori. Un introito di carboidrati a basso I.G. con un regime leggermente chetogenico, per la mia esperienza mantiene bassa l’infiammazione e mantiene il corretto peso corporeo. Le proteine vanno calibrate in base al proprio peso e attività fisica, senza mai rinunciare al quantitativo necessario giornaliero. Le proteine servono sempre, anche a chi è infermo. Vanno suddivise in proteine di origine animale e di origine vegetale, e consumate entrambe in quantitativi circa uguali. Questo garantirà di avere sia le proteine nobili da fonti animali (uova, latte, pesce, carne…), sia un ridotto apporto di colesterolo grazie al completamento con fonti vegetali (legumi, noci, semi…) che possiedono tea l’altro molte proprietà antinfiammatorie.

Nuovi Snack Sani e Buoni

Ho testato di recente alcuni nuovi prodotti proprio buoni e sani, che ora vi elenco.

Continuano ad uscire nuovi prodotti della Fiorentini, tra snack e sostituti del pane senza glutine, e tra quelli testati ci sono gli Snakini ai Piselli, davvero buoni! Quelli alla curcuma, fantastici. Nella foto non appaiono i Si e No al riso nero, buonissimi anche loro assieme ai Si e No di mais e quelli con mais e legumi. Sono tutti ottimi sostituti dei crackers o da mangiare come snack. Ci sono molte altre varianti, con quinoa, al chili, alla pizza… che però si trovano solo in parte nei supermercati e si spera che Fiorentini apra presto uno shop online dove poter trovare tutti i loro prodotti, questo dovrebbe essere in progetto, a quanto sembra leggendo la pagina ufficiale su Facebook.

Contrariamente a quanto mi aspettavo, ho trovato degli snack di frutta essiccata al naturale e buonissimi, in un negozio di elettronica! Ho preso fragola e banana, ma ne ho visti di altri tipi e gli ingredienti sono semplicemente fragola e banana essiccati senza altre aggiunte. Queste bustine sono prodotte dalla QB Crock e le ho trovate vicino alla cassa presso l’Unieuro.

Trovo una grande varietà di snack di frutta secca nei supermercati, e in particolare quelli che mostro qui sono tutti privi di zuccheri e anidride solforosa.

All’interspar di recente ho trovato tre marmellate squisite con una elevata quantità di frutta e senza zuccheri, che vedete in foto. Sono prodotte dalla Dalia Gourmet. Per dolcificare hanno saggiamente usato eritritolo e stevia, ovvero due tra le pochissime sostanze che sono sia naturali e vegetali e che non influiscono sulla glicemia o sul fegato, ovvero non sono infiammatorie. Eritritolo e stevia sono anche gli ingredienti del mio dolcificante preferenziale, la Truvia.

Uso queste marmellate da aggiungere allo yogurt al naturale senza zucchero, in modo da ottenere un vero yogurt alla frutta con fermenti lattici e frutta, e non con aromi e additivi. Il risultato è ottimo!

Non per ultima ho trovato una novità della Saclà, che si chiama Frutta e Verdura da Bere, di cui ho assaggiato la variante “pompelmo rosso – mela – ribes nero – barbabietola“, ed è davvero eccellente. A sapere che era così buono, ne compravo di più! Infatti non sempre questi mix riescono bene. Ne ho assaggiato uno di una marca che non ricordo, ed era un mix di mela, avocado e spinaci, ma era davvero troppo strano e per niente buono. Nella foto si vede una variante dei succhi Saclà con mela, zucca e carota, che non mancherò di assaggiare alla prima occasione.