Salute e Isolamento

La pandemia di Covid-19 che ci costringe all’isolamento potrebbe portare con sé ulteriori problemi, derivanti da uno stile di vita alterato dall’attuale necessità di rimanere tutti confinati nelle proprie case. Non potendo venire meno a queste importanti misure di isolamento – dato che attualmente sono l’unica arma che abbiamo contro questo virus – dobbiamo ovviare in altro modo.

Un confinamento prolungato in un luogo chiuso può ridurre i nostri livelli di vitamina D, detta la “vitamina del sole”, che sono già generalmente scarsi nella popolazione italiana ed europea, specie dopo l’inverno. La vitamina D non è solo importante per le ossa, come si crede generalmente, ma gioca un ruolo importantissimo nel regolare il sistema immunitario, oltre che a sopperire a centinaia di funzioni nel nostro corpo: ricordiamoci che la vitamina D infatti, è in realtà un ormone. La dose giornaliera consigliata è pari a 600 U.I. negli adulti ma può diventare anche di molto superiore nelle persone con patologie infiammatorie, specie se a carico dell’intestino. Se non possiamo esporci al sole a lungo giornalmente o comunque abbiamo una patologia infiammatoria o autoimmune, sarebbe meglio consultare un nutrizionista esperto (online, per telefono, o via email…) e farsi consigliare sull’integrazione della vitamina D per evitare il rischio di incorrere in carenze o peggiorare il proprio stato di salute.

Un’altra sostanza molto importante che non può mancare soprattutto adesso, è la vitamina C. Anche qui, l’idea che la vitamina C sia utile solo per il raffreddore è a dir poco riduttiva. Questa sostanza infatti possiede una potente attività antiossidante e riduce sia l’infiammazione che lo stress ossidativo. Inoltre migliora la sintesi dei vasopressori, la funzione delle cellule immunitarie e la funzione endovascolare, creando addirittura modificazioni epigenetiche immunologiche. La vitamina C ora suscita particolare interesse perchè è stata largamente usata in Cina presso l’ospedale di Zhongnan, e ora a New York – il nuovo focolaio statunitense al marzo 2020 – come parte della terapia per contrastare il Covid-19, sebbene la sua assunzione non avvenga per via orale per mezzo di pastiglie da pochi mg, ma venga iniettata per via endovenosa in dosi da 1,5 grammi più volte al giorno. Anche se ci sono ancora pochi dati per pensare che questa pratica possa diventare un componente di una terapia consolidata, è stato comunque registrato un miglioramento nelle condizioni dei pazienti di Wuhan. Questo dato è in linea con il fatto che quando il sistema immunitario reagisce ad un’infezione, la vitamina C viene subito utilizzata e depletata. Reintegrare questa carenza potrebbe quindi fare la differenza nella capacità di contrastare le infezioni, specie nelle persone più deboli. Questo non significa che con la vitamina C possiamo diventare immuni ai virus o curarlo, assolutamente NO. Significa invece che assumere il giusto quantitativo di vitamina C aiuta a mantenere il nostro sistema immunitario in buone condizioni e a difenderci meglio dalle infezioni.
Generalmente la dose giornaliera consigliata di vitamina C per una persona sana non fumatrice è di circa 90mg al giorno per gli adulti, ma non tutti concordano: dosi da 400mg ad un massimo di 2000mg sono suggerite ad esempio dall’istituto Linus Pauling. In Italia invece, tra i medici c’è spesso un atteggiamento di diffidenza verso gli integratori, ma il fatto che non ci sia alcun esame sulla nutrizione e l’integrazione nel corso di laurea in medicina, mostra che tale diffidenza è basata spesso sull’ignoranza in questo campo anziché sulla conoscenza. E ben pochi confessano di non sapere nulla su un determinato argomento. Solo il medico che di propria iniziativa approfondisce questa materia o si specializza in nutrizione e rimane aggiornato, conosce la farmacocinetica e la fisiologia dell’assorbimento dei nutrienti con le loro interazioni, ed è quindi in grado di fornire indicazioni competenti sulla nutrizione.

Se siamo a casa e ora consumiamo più prodotti confezionati e meno frutta e verdura fresca, allora potremmo aver bisogno di integrare anche la vitamina C, che oltre ai benefici descritti sopra, è in grado di neutralizzare parte dei conservanti che si trovano nelle carni e nei salumi conservati e che hanno una certa carcinogenicità.

Chi ha letto i miei precedenti articoli ha visto come sia possibile anche coltivare in casa le proprie verdure fresche senza dover uscire, e ora più che mai questa attività si rivela utile per abbinare a cibi conservati presi come scorta, dei germogli freschi e nutrienti. Basta un vasetto, una garza e un elastico, mentre i semi si possono prendere online su Macrolibrarsi o Natura Sì.

Mentre alcune vitamine potrebbero essere carenti, potrebbero invece diventare troppo abbondanti le calorie dei pasti, a causa della ridotta possibilità di muoversi fuori casa, ma anche per via della noia o del facile accesso alla dispensa. Sarebbe opportuno ridurre le porzioni dei pasti, preparando in anticipo sul tavolo ciò che si decide di mangiare, dopodiché chiudere la cucina fino all’ora del pasto principale successivo. Si può inoltre adibire un angolo della casa a palestra, basta un tappeto ed eventualmente uno specchio, per fare esercizi a corpo libero. Se poi si dispone di un tapis roulant o una ciclette, ora sono utili più che mai.

Per chi si trova a disagio con la solitudine e la noia, è importante creare una tabella di attività, come suggerisce il Ministero della Salute, utile per gestire il proprio tempo e sfruttare al meglio le giornate.

Ad esempio la mattina dopo colazione se non si hanno impegni di lavoro ci si può dedicare alla casa, poi all’esercizio fisico. Poi una doccia, una curata preparazione del pranzo magari imparando una ricetta nuova. Nel pomeriggio possiamo sentire parenti e amici per telefono, messaggio, via email o in videochiamata e assicurarci che stiano bene. Poi possiamo dedicarci ad uno o più hobby e se non ne abbiamo, crearcene. Ci sono attività che non richiedono attrezzature particolari o costose, ma solo carta e penna o un dispositivo collegato ad internet, che hai già se puoi leggere questo articolo. Infatti disegnare, scrivere un diario, fare karaoke con Youtube, seguire tutorial e lezioni online, è già possibile. Poi se a questo aggiungiamo qualche strumento che abbiamo in casa, ad esempio una vecchia macchina da cucire o una chitarra abbandonata, possiamo cogliere l’occasione per riprendere questi strumenti e seguire dei video di esperti che ci insegnano come utilizzarli. Non sarebbe bello se finito il periodo di isolamento avessimo sfruttato questo tempo per ottenere delle abilità in più?

Ci sono anche libri gratuitamente scaricabili messi temporaneamente a disposizione da varie case editrici che aderiscono al progetto Solidarietà Digitale.

Su internet poi non mancano i giochi e le attività scaricabili anche per i bambini, senza contare che con un po’ di fantasia e un paio di forbici, ad esempio le vecchie cartoline diventano puzzle, e che una mappa disegnata su un pezzo di carta si presta a tanti giochi di fantasia.

Per chi non reagisce bene allo stress di questa situazione di incertezza e solitudine, c’è un servizio di aiuto promosso dal Consiglio nazionale dell’ordine degli psicologi (Cnop), e dalla Società psicanalitica italiana (Spi), che permette di avere un consulto telefonico gratuito. Anche la Croce Rossa ha un numero verde che permette di ricevere assistenza psicologica e telecompagnia contro stress e incertezza. Su questa pagina del Ministero della Salute si trovano tutti i contatti.

È importante che ci adattiamo alla nuova situazione attuale e ottemperiamo alla misura di isolamento e distanziamento sociale anche se è un grande sacrificio. Infatti oltre a desaturare gli ospedali, questo ha anche la funzione di dare tempo a scienziati e medici ricercatori di trovare una terapia, testarla e metterla in produzione. Quindi quando ci annoiamo, ricordiamoci che c’è chi è fin troppo occupato a trovare soluzioni per noi e può farlo solo se abbiamo la pazienza di attendere. Noi dobbiamo solo cercare di mantenerci in salute e stare a casa.

La Spesa Online a Domicilio

In questo periodo (marzo 2020), fare la spesa è diventato molto complicato: file davanti ai supermercati, rischio di contagio, scarsità di prodotti a causa di chi accumula. Ma non è necessario sottoporsi a questi disagi. Già da tempo sono disponibili servizi di spesa online che permettono di reperire alimenti e prodotti che nei supermercati mancano anche in periodo di normalità.

Qui di seguito elenco vari servizi di spesa online che recapitano a domicilio. Alcuni di questi li ho testati personalmente dato che da anni faccio la spesa online per necessità o comodità. Attualmente diversi servizi sono molto occupati nello smaltimento dei numerosi ordini, quindi c’è da aspettarsi pagine web che caricano lentamente e ritardi nelle consegne. Ad ogni modo, se si programmano gli ordini per tempo e a scadenze cicliche, possiamo evitare le uscite per fare la spesa a noi e alle persone più a rischio, garantendoci una ricezione regolare degli alimenti e di altri prodotti.

Servizi di spesa online:

SERVIZIODESCRIZIONETUTTA ITALIA
Amazon PantryLa sezione di Amazon dedicata agli alimentari
e ai prodotti per la casa
Si
Easycoop Il servizio online di Coop, molto informativo
e ben fornito
No
MacrolibrarsiAlimenti conservati biologici e molti altri prodottiSi
CicaliaAssortimento di prodotti del supermercato Si
BofrostVasta scelta di alimenti surgelati Si
CRAITutto come al supermercato, c’è anche la possibilità
di ritirare la spesa pronta in vari punti vendita
No
Natura SiVasto assortimento di prodotti biologici, anche con
consegna del fresco
No

I servizi che non consegnano in tutta Italia generalmente richiedono di inserire il proprio CAP o indirizzo di consegna per verificare se tale zona è servita dalla consegna a domicilio. In alternativa ad Amazon Pantry, c’è anche Amazon Prime, un servizio di abbonamento che permette di acquistare e ricevere prodotti in tempi molto rapidi. Sebbene non sia specifico per gli alimentari, dato che si trova di tutto, sono inclusi anche prodotti come uova fresche, integratori, ma anche contenitori da un chilo di gommose alla banana, un notebook con la tastiera di cioccolato… insomma possiamo stare tranquilli che di fame non moriremo, e se poi vogliamo stipare l’intera casa con la carta igienica per qualche motivo, non manca nemmeno quella.

Tamagoyaki

La frittata giapponese o tamagoyaki si distingue dalla nostra per vari aspetti. Viene preparata in speciali padelle rettangolari e versata in piccole quantità che vengono arrotolate strato su strato. Questo procedimento permette di avere una consistenza diversa, molto più morbida e omogenea rispetto alla nostra. Inoltre tra i vari strati possiamo infilare diversi ingredienti da arrotolare assieme all’uovo. La forma finale del tamagoyaki è perfetta per i bento, ovvero i porta-pranzo tipici giapponesi, ma anche nostrani.

Questa è una padella per tamagoyaki che ho preso su Amazon: ormai si trova tutto per fare tutto. Ho fatto alcune foto in dettaglio del prodotto:

Equipaggiamento:

  • Una padella per tamagoyaki
  • Un set di bacchette per cucinare in legno (sono più lunghe da quelle che si usano per mangiare, circa 40cm). In alternativa usare bacchette per mangiare + spatola in nylon
  • Una ciotola che possa contenere 4-5 uova
  • Un piatto

Ingredienti:

  • 4 uova
  • un cucchiaino di olio EVO
  • un cucchiaio di salsa teriyaki (attenzione: se non specificato diversamente, contiene glutine)
  • Un cucchiaino di miele
  • A scelta possiamo aggiungere: basilico, prezzemolo, funghi, cipolla, formaggio, ecc.

Preparazione:

Questa ricetta richiede un po’ di manualità e velocità: l’uovo cuoce in fretta e gli strati sono delicati: ma con un po’ di pratica si impara a fare tutto.

Per prima cosa dobbiamo aprire tutte le uova e versarle dentro la ciotola. Appoggiamo la ciotola sul piatto. Aggiungiamo la salsa teriyaki e il miele, eventuali erbe tritate finì, e poi mescoliamo con le bacchette fin quando non otteniamo un liquido omogeneo.

Adesso versiamo un cucchiaino di olio EVO (inutile usare oli di altro genere quando il nostro tradizionale è salutare e perfetto per questo tipo di preparazione). Personalmente uso olio EVO al peperoncino in questa ricetta. L’olio va distribuito dentro la padellina aiutandosi con un pezzo di carta da cucina. Ora accendiamo il fuoco e per capire se la temperatura è giusta, sporchiamo di uovo la punta delle bacchette e passiamola sulla padella: se l’uovo cuoce, allora possiamo versare una minima quantità di uovo dentro la padella, quel tanto che basta per ricoprirne la base. Appoggiamo la ciotola sul piatto e velocemente, con le bacchette stacchiamo la frittata partendo dalla parte più lontana dal manico, e iniziamo ad arrotolare. Quando abbiamo il primo rotolino, spingiamolo in fondo alla padella nella parte opposta al manico, e aggiungiamo un altro po’ di uovo nella padella: alziamo delicatamente il rotolino in modo che l’uovo filtri anche sotto di esso. Eventualmente aggiungiamo qualche ingrediente come funghi, formaggio, cipolla, peperoni o altro che abbiamo già tagliato e cotto in precedenza, e arrotoliamo velocemente l’uovo. Spingiamolo di nuovo verso il fondo della padella, versiamo altro uovo (sempre poco) assicuriamoci che vada anche sotto al rotolo e ripetiamo l’operazione fin tanto che non abbiamo esaurito tutto l’uovo nella ciotola. Più sottili sono gli strati, migliore sarà la qualità del tamagoyaki. Se si formano bolle durante la cottura, usiamo le bacchette per bucarle. Se non riusciamo a muovere agevolmente il rotolo con le bacchette, usiamo la spatola.

Disponiamo il tamagoyaki su un piatto e tagliamolo a rondelle: possiamo aggiungerlo a del riso con verdure, oppure su un’insalata assieme a avocado e pomodorini. È prefetto da mettere nel portapranzo.

Il tamagoyaki è un alimento molto proteico e nutriente: se fatto con 4 uova contiene circa 360 calorie e contiene 26 grammi di proteine.

食事を楽しむ (Shokuji o tanoshimu) = Buon appetito!

Ricetta Lava Mani

In seguito ai recenti avvenimenti per cui si rende necessario applicare regole igieniche più rigorose, mi distacco temporaneamente dal discorso nutrizione per condividere questa ricetta per disinfettare le mani. Non è una ricetta fai-da-te ma è quella ufficiale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Sul sito vengono riportate le indicazioni tecniche per creare dieci litri di disinfettante per mani, ma grazie al nostro stimato chimico italiano Dario Bressanini, che ha divulgato un video informativo a riguardo, abbiamo la conversione in grammi degli ingredienti e le proporzioni giuste per creare un quantitativo più adatto all’uso personale.

Ingredienti per 200ml di soluzione disinfettante per mani:

  • 135 grammi di alcol etilico (etanolo al 96% vol.)*
  • 8 grammi acqua ossigenata al 3%
  • 4 grammi di glicerina (o glicerolo)
  • 22 grammi di acqua distillata e sterilizzata

Questa soluzione va lasciata riposare in un contenitore chiuso bene per 72 ore.

A questo punto abbiamo già una soluzione disinfettante per mani completa e funzionante, ma la cui consistenza è liquida. Se vogliamo replicare la stessa densità dei lavamani commerciali, allora possiamo aggiungere una sostanza addensante che si chiama carbomer o carbopol, usata in cosmetica per lo stesso scopo.

*Attenzione: NON si tratta dell’alcol denaturato rosa! Quello viene addizionato di sostanze potenzialmente irritanti ed è sconsigliabile utilizzarlo sulla pelle.

Dove trovare gli ingredienti:

L’alcol etilico (etanolo al 96% vol.) si può trovare al supermercato nel reparto alcolici: infatti è lo stesso alcol ad uso alimentare che viene utilizzato come base per il limoncello e altri alcolici.

L’acqua ossigenata al 3% si può trovare al supermercato, in farmacia e online: è la comune acqua ossigenata per disinfettare tagli e abrasioni.

La glicerina/glicerolo si può trovare in farmacia e online.

L’acqua distillata si può trovare al supermercato e online. Per sterilizzarla basta farla bollire. Una volta raffreddata è pronta per la soluzione lavamani.

Il carbomer/carbopol si può trovare in vendita online.

Fonti:

http://bit.ly/WHODisinfectant

https://www.who.int/gpsc/clean_hands_…

Video: Dario Bressanini – Stop ricette fuffa

Torta in Tazza alla Carrube

Questa torta in tazza è la mia preferita perché adoro la farina di carrube: il sapore dolce e tostato ricorda il cacao e la sua consistenza è perfetta per i dolci. Pochi sanno che la carrube è un singolare legume: l’unico privo di purine, molto ricco di minerali e fibre, è un alimento saziante.

La carrube inoltre possiede delle proprietà che beneficiano il nostro organismo: riduce l’assorbimento dei grassi e del colesterolo in eccesso, ha un indice glicemico molto basso e regola la glicemia, ha una funzione prebiotica e gastroprotettiva.

Questa torta unisce i semi di canapa alla carrube: si legano perfettamente, come le nocciole con il cacao, ma senza avere gli allergeni, l’istamina, la caffeina e i grassi saturi di questo connubio!

Sui semi di canapa ho già scritto in passato, elogiando il loro eccezionale valore nutrizionale e le loro proprietà antinfiammatorie.

Anche questa torta in tazza è priva di glutine, lattosio, zucchero e frutta a guscio. Nei link ci sono i prodotti specifici che ho usato io.

Ingredienti:

  • 1 uovo
  • 1 cucchiaio di latte (senza lattosio) eventuale.

Preparazione:

  1. Prendi una tazza, meglio se da latte (ovvero, bassa e larga come in foto), apri un uovo e versane il contenuto nella tazza.
  2. Aggiungi la truvia e l’olio.
  3. Aggiungi le farine e il lievito, mentre mescoli con una forchetta o una mini-frusta (tipo questa)
  4. Stempera con un po’ di latte e mescola fino a rendere omogeneo l’impasto.
  5. metti la tazza con l’impasto nel microonde, solo funzione microonde, per circa 1:50 se il tuo elettrodomestico produce 900W, oppure circa 2:00 se è un 750W. Ad ogni modo, senti con il dito la parte centrale della torta: se è cotta (non deve essere appiccicosa) la torta è pronta!
  6. Decorala come vuoi e mangiala calda o fredda.

Olio di Soia Sotto Accusa

Una nuova ricerca della UC Riverside mostra che l’olio di soia non solo causa obesità e diabete, ma potrebbe anche indurre condizioni neurologiche come l’autismo, il morbo di Alzheimer, l’ansia e la depressione.

Utilizzato per la frittura di alimenti a rapida preparazione, aggiunto agli alimenti confezionati e dato al bestiame assieme al foraggio, l’olio di soia è di gran lunga l’olio commestibile più ampiamente prodotto e consumato negli Stati Uniti, secondo il Dipartimento dell’Agricoltura degli USA. E molte aziende spingono perchè venga consumato anche altrove, cavalcando l’onda delle attuali mode alimentari. Eppure, con ogni probabilità, l’olio di soia non è salutare per l’uomo.

Di sicuro non va bene per i topi. Il nuovo studio, pubblicato questo mese sulla rivista medica Endocrinology, ha confrontato i topi nutriti con tre diverse diete ricche di grassi: olio di soia, olio di soia modificato per essere a basso contenuto di acido linoleico, e olio di cocco.

Il team ha stabilito che alcuni geni nei topi nutriti con olio di soia di entrambi i tipi, non funzionavano correttamente. Uno di questi geni produce l’ormone ossitocina. Nei topi alimentati con olio di soia, i livelli di ossitocina nell’ipotalamo erano diminuiti. Il team di ricerca ha trovato circa 100 altri geni influenzati dalla dieta dell’olio di soia. Credono che questa scoperta possa avere conseguenze non solo per il metabolismo energetico, ma anche per una corretta funzione cerebrale e malattie come l’autismo o il morbo di Parkinson.

Un dogma molti diffuso oggi è che i grassi saturi sono tutti cattivi mentre i grassi insaturi sono tutti buoni, ma il discorso è molto più complesso. I grassi contenuti nell’olio di soia solo polinsaturi. L’olio di cocco invece ha un elevatissimo contenuto in grassi saturi, eppure quest’ultimo, nel corso dello studio aveva prodotto molti meno cambiamenti nei geni ipotalamici rispetto all’olio di soia.

Ma il team osserva che i risultati si applicano all’olio di soia, non ad altri prodotti a base di soia o ad altri oli vegetali. Molti prodotti a base di soia contengono solo piccole quantità di olio e grandi quantità di composti salutari come acidi grassi essenziali e proteine.

L’identificazione precisa dei composti responsabili degli effetti negativi contenuti nell’olio di soia è un’area importante per la ricerca futura del team. Nel frattempo, il buon senso suggerisce di consumare quei cibi che sappiamo per certo favorire la salute, come l’olio extravergine di oliva, di lino, di canapa, di sesamo, o di semi di zucca.

Per approfondire:

https://academic.oup.com/endo/advance-article/doi/10.1210/endocr/bqz044/5698148

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/30231595

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/29187040

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4511588/

Panettone in Tazza

Ecco come farsi una monoporzione di Panettone in due minuti, senza glutine, senza latte e lattosio, senza zucchero aggiunto e senza frutta a guscio: così potrai celebrare anche tu le feste senza rinunce!

Ingredienti:

  • 1 cucchiaio di farina di mais superfine
  • 2 cucchiai di farina di sorgo integrale o miglio bruno integrale
  • 1 manciata di uvetta e canditi (per una alternativa più sana: bacche di goji bio e pezzetti di frutta liofilizzata al naturale)
  • 1 uovo
  • 1 cucchiaio / 1 cucchiaio e mezzo di truvia
  • mezzo cucchiaino di lievito istantaneo vanigliato bio per dolci
  • un pizzico di scorza di limone grattuggiata
  • un pizzico di aroma naturale ai fiori d’arancio
  • 1 cucchiaino di olio EVO al limone
  • 1 cucchiaio di acqua

Nota – Attenzione a leggere bene se cucchiaio o cucchiaino: le quantità sono una il doppio dell’altra e in una torta così piccola fanno molta differenza.

Questo panettone profumato e super-soffice in tazza si prepara così:

  1. Apri un uovo e versalo in una tazza da latte. Aggiungi la truvia, l’olio EVO al limone, le scorze e dai una mescolata.
  2. Aggiungi le farine, il lievito e l’aroma mentre mescoli con una forchetta o una mini-frusta da cucina.
  3. Stempera con l’acqua mescolando finchè non è tutto omogeneo.
  4. Aggiungi la frutta (nella ricetta della foto io ho messo pezzetti di mandarino liofilizzato e bacche di goji bio, tu puoi mettere i classici uvetta e canditi, oppure altra frutta che gradisci), mescola, e tieni da parte qualche uvetta/bacca per decorare.
  5. Inforna la tazza nel microonde, con sola funzione microonde, per circa 1:40 se hai un forno a 900W oppure per più tempo se hai un forno a 750W o inferiore. Ad ogni modo puoi sentire con il dito: se la parte centrale è cotta (non deve essere appiccicosa), allora la torta è pronta!
  6. Decora a piacimento e mangia calda o fredda con un cucchiaio o una forchetta.

Tieni presente che l’uvetta è molto ricca di fruttosio, uno zucchero che può essere infiammatorio per il fegato, mentre i canditi difficilmente potrai trovarli senza solfiti e zuccheri aggiunti. Mangiati saltuariamente e/o in condizioni di buona salute non causano generalmente alcun problema, ma se soffri di patologie infiammatorie o autoimmuni cerca di ridurre al minimo il consumo di fruttosio, glucosio e conservanti. Le bacche di goji hanno un contenuto di fruttosio leggermente inferiore rispetto all’uvetta, e un contenuto di fibre più che doppio. La frutta liofilizzata tipo questa non necessita di conservanti e concentra il gusto della frutta senza additivi.

Torta in Tazza al Tè Verde

Chi soffre di molteplici allergie e intolleranze si ritrova spesso a doversi accontentare di una ridotta varietà di cibi e di scarsa disponibilità degli alimenti “senza” presso i supermercati, e quindi si finisce per mangiare ancora meno cibi – anche quelli tollerati – perchè difficili o impossibili da trovare senza la concomitante presenza di uno o più allergeni.

E chi non ha tempo di prepararsi da mangiare o anche, vuole evitare di mangiare cibi infiammatori o poco salutari, potrà trovare in questa ricetta un modo rapido per prepararsi una porzione di dolce (o salato) con ingredienti sani e buoni. Sono più spesso i dolci che risultano difficili da trovare privi di allergeni e sostanze infiammatorie. Ecco perchè come prima ricetta di Torta in Tazza ti propongo una versione dolce.

Bastano meno di due minuti per cuocere questa torta! In totale, nel giro di – letteralmente – cinque minuti, potrai prepararti una porzione di dolce e raggiungere i tuoi commensali.

Questa deliziosa torta monoporzione è: senza glutine, senza lattosio, senza latte, senza zucchero, senza frutta a guscio, a basso indice glicemico, ricca di fibre, di sostanze antiossidanti e di sostanze antinfiammatorie.

Ingredienti:

Ho aggiunto dei link ai prodotti che ho usato io.

Il miglio bruno integrale è un cereale privo naturalmente di glutine che è in assoluto il più ricco di minerali. Infatti è ricco in silicio, oltre che di calcio e magnesio: tutte sostanze che beneficiano ossa, denti, unghie, capelli e articolazioni. Il silicio in particolare è indispensabile per la formazione dei mucopolisaccaridi che costituiscono il collagene, l’elemento struttrale di base per le articolazioni, i tessuti connettivi e le ossa.

Nelle mie ricette la truvia sostituisce quasi sempre lo zucchero: questo dolcificante è composto da eritritolo e stevia, due sostanze che a differenza di altri dolcificanti, sono naturalmente presenti in natura (l’eritritolo nella frutta, e i glucosidi steviolici nella stevia). Inoltre l’eritritolo è l’unico poliolo che non causa discomfort intestinale, ma anzi sembra possedere anche proprietà antinfiammatorie. Per approfondire, puoi leggere i miei precedenti articoli sulla stevia e sull’eritritolo.

Il tè verde non ha bisogno di presentazioni. Questo vegetale, che viene consumato nella sua forma intera polverizzata anzichè per infusione, regala una quantità impressionante di sostanze antiossidanti, antinfiammatorie e antitumorali, oltre che garantirci numerosissimi effetti benefici quali la riduzione del colesterolo LDL e trigliceridi. Grazie soprattutto al suo contenuto in epigallocatechine, inibisce la crescita e diffusione di cellule tumorali, e in genere, rallenta l’invecchiamento cellulare. E tutto questo è ben documentato dalla ricerca medica. Lasciamo perdere invece i miracolosi effetti dimagranti che qualcuno vorrebbe ascrivere a questo e ad altri alimenti: per dimagrire bisogna mangiare di meno e muoversi di più, punto. La cottura brevissima in questa torta ne preserva i benefici ed è un modo alternativo per consumarlo. Per approfondire le sue proprietà, ecco un link ad un mio precedente articolo sul tè verde. E’ meglio che questo alimento lo scegli sempre biologico.

Lo zenzero è una radice davvero speciale. Se per qualsiasi motivo hai nausea, anche forte, e stai per rigettare – che sia per chinetosi, digestione ferma, cervicalgia o altro – basta masticare una fettina di zenzero fresco, e la nausea sparisce nel giro di pochi secondi, ve lo posso garantire per esperienza personale ma non solo: i suoi effetti antiemetici sono ben documentati in medicina. E poi: hai mal di testa, mal di denti, emicrania o altri dolori? Zenzero fresco. Le sue proprietà analgesiche e antinfiammatorie sono note fin dall’antichità. Oltre a queste azioni terapeutiche di tutto rispetto, lo zenzero ci beneficia anche di proprietà digestive, contrasta l’osteoartrite, stimola il cuore, protegge la mucosa gastrica, contrasta l’accumulo di tossine, riduce i tempi di guarigione in caso di mal di gola, influenza e raffreddore, possiede proprietà depurative del fegato e come se non bastasse, ha comprovate proprietà antitumorali. Direi che sono motivi più che validi e numerosi per consumare lo zenzero regolarmente! Ti consiglio di tenerne sempre un po’ in casa, sia fresco che in polvere.

Ma ora prepariamo la nostra torta super-sana e super-veloce!

Preparazione:

  1. Prendi una tazza, meglio se da latte (ovvero, bassa e larga come in foto), apri un uovo e versane il contenuto nella tazza.
  2. Aggiungi la truvia e l’olio.
  3. Aggiungi la farina, il tè verde in polvere e il lievito, mentre mescoli con una forchetta o una mini-frusta (tipo questa)
  4. Stempera con un po’ d’acqua e mescola fino a rendere omogeneo l’impasto.
  5. metti la tazza con l’impasto nel microonde, solo funzione microonde, per circa 1:40 se il tuo elettrodomestico produce 900W, oppure circa 2:00 se è un 750W. Ad ogni modo, senti con il dito la parte centrale della torta: se è cotta (non deve essere appiccicosa) la torta è pronta!
  6. Decorala come vuoi e mangiala calda o fredda.

La torta avrà una consistenza morbidissima, quasi come un soufflé, e potrai mangiarla con un cucchiaio o una forchetta. Puoi farti una torta così anche tutti i giorni! E’ ottima per colazione oppure al posto del dolce. La mia Torta in Tazza al Tè Verde fornisce circa 285 Kcal di cui: 27 grammi di carboidrati di cui un grammo di zuccheri, 7 grammi di fibre, 12 grammi di grassi (4 gr di monoinsaturi), 10 grammi di proteine.

Il Prosciutto: da evitare?

Le mode alimentari che oggi si estremizzano sui social, demonizzano un cibo oppure ne esaltano le virtù senza moderazione, e senza considerare le numerose variabili che possono entrare in gioco e modificare le caratteristiche di uno stesso alimento (ad esempio: metodi di lavorazione, di cottura, di conservazione, ecc.). Non esiste un alimento in assoluto buono o cattivo.

In un mio precedente articolo riportavo in dettaglio la differenza tra le carni rosse al naturale e quelle processate, con queste ultime dichiarate dal World Health Organization carcinogeniche, per via dei conservanti come nitrati e nitriti. Spesso questa dichiarazione viene storpiata e generalizzata per tutte le carni per promuovere una dieta priva di alimenti di origine animale. Ma l’evidenza dei fatti ci mostra che le numerose popolazioni nel mondo che vivono di caccia e che mangiano carne non processata da migliaia di anni, godono di ottima salute, finchè non vengono in contatto con i nostri prodotti conservati.

La tradizione di conservare il cibo sotto sale è molto antica: già gli antichi Romani conservavano la carne di maiale o il pesce in questo modo, e come loro tanti altri popoli. E nonostante l’invenzione del frigorifero, si continua ancora oggi ad usare questa tecnica perchè è indubbio che, oltre a conservare, rende più saporito il cibo.

L’invenzione del prosciutto crudo sembra sia originaria della Gallia, regione che nel I secolo a.C. Strabone descriveva così: “terra in cui si sa conservare a lungo la carne, i maiali vengono allevati in maniera differente, liberi di cibarsi di ghiande cui i boschi ne sono pieni, colline adornate di frutta, porci pasciuti che sono alimento importante.

Testimonianze su questa pratica di conservare la carne di maiale sotto sale ci viene tramandata anche da alcuni versi scritti da Marco Porcio Catone (meglio conosciuto come Catone il censore) scrittore latino romano, e Polibio, storico greco.

La parola prosciutto deriva proprio dal latino perexsuctum, ovvero “prosciugato”, che è proprio l’effetto del sale, prosciugando la carne privandola di molta acqua. E’ proprio l’acqua che veicola i microrganismi responsabili del deperimento degli alimenti. Essiccare la carne era il solo modo per poterla conservare a lungo fino a pochi decenni fa. Il sale era così importante che la parola “salario” deriva proprio dal fatto che nell’antica Roma parte dello stipendio di militari e impiegati civili era costituito da una razione di sale (salarium).

Oggi l’industria alimentare rende i prodotti alimentari a scadenza ancora più lunga, per mezzo di conservanti sintetici. E molto spesso, questi si trovano nei salumi, prosciutto incluso. Ci sono però delle eccezioni: ci sono prosciutti di buona qualità che sono composti esclusivamente da coscia di suino e sale. Quindi se vogliamo consumare prosciutto crudo, leggiamo bene l’etichetta e scegliamo questo prodotto anzichè quello con l’aggiunta di nitriti e nitrati. Difficilissimo invece, trovare salumi di altro tipo senza conservanti aggiunti, e che quindi è meglio evitare. Conosco solo una marca di salumi, che trovo al supermercato biologico, che conserva grazie a spezie e succo di limone.

Quanto prosciutto si può mangiare? Io consiglierei di mangiarne poco per volta. Infatti il contenuto di sale è molto elevato, e come sappiamo il sale in eccesso è infiammatorio. Una vaschetta da 100 grammi di prosciutto crudo contiene un quantitativo di sodio pari a quello massimo consigliato per un giorno, e dato che in un giorno non mangeremo solo quello, significa che alla fine della giornata avremo introdotto decisamente troppo sale. Per cui una porzione da 50 grammi (4-5 fette di prosciutto) è molto più ragionevole, con la carne fresca e non conservata come alternativa da preferire. Anche se in forma di salume, il prosciutto è sempre carne rossa e come tale va considerata: quindi il suo consumo sostituisce altri tipi di carne rossa. La carne rossa non deve essere consumata troppo spesso, e va alternata a carni bianche, pesce, uova, latticini magri – senza dimenticare che circa metà delle proteine totali che assumiamo dovrebbero essere di origine vegetale.

Dal punto di vista nutrizionale, bisogna sfatare alcuni miti: il contenuto di colesterolo del prosciutto è esiguo, ed è ricco invece di acido oleico che previene problemi di circolazione del sangue.

Grazie alla stagionatura, le proteine diventano più facilmente digeribili nonostante il prodotto conservi un alto valore nutrizionale.

La qualità e la quantità del grasso presente devono rispettare alcuni paramentri per legge, improntando in maniera specifica l’alimentazione odierna dei suini, che presentano una carne più magra rispetto al passato.

In 100 grammi di prosciutto crudo troviamo: 27 grammi di proteine, 13 grammi di grassi di cui 4 grammi di grassi saturi, e 66 grammi di colesterolo.

Il prosciutto crudo contiene anche sostanze nutritive importanti che qui riporto in termini di percentuale del fabbisogno giornaliero:

Fosforo 25%, Zinco 23%, Rame 16%, Selenio 10%, Vitamina B1: 50%, Vitamina B2 15%, Vitamina B2 31%, Vitamina B12 25%, Vitamina C 45%.

Un pasto composto da: 50 grammi di prosciutto (coscia di suino, sale); un pacchetto di crackers riso e ceci; una insalata con: carote crude, mais, fagioli cannellini, spinacino e pomodori datterini; condita con olio EVO, succo di limone e prezzemolo tritato.

Per riequilibrare l’alto contenuto di sodio del prosciutto, è consigliabile associare sempre il suo consumo a verdure e altri alimenti con un buon apporto di potassio, come ad esempio i pomodori. Anche i fagioli sono una buona fonte di potassio e contengono inoltre magnesio, completando infine l’apporto proteico del pasto.

Ad ogni modo il prosciutto crudo è un alimento generalmente sconsigliato a chi soffre di ipertensione.

Nel caso in cui si mangi prosciutto di cui non si conosce la qualità – ad esempio fuori casa – e che quindi potrebbe contenere nitrati e nitriti, possiamo contrastare la formazione delle dannose nitrosammine assumendo regolarmente vitamina C. Infatti alcuni antiossidanti, come la vitamina C (E300) e suoi derivati – l’ascorbato di sodio (E301) e l’ascorbato di potassio (E303) – inibiscono la formazione di nitrosammine da nitrati e nitriti e per questo vengono anche sfruttati nell’industria alimentare da aggiungere in abbinamento ai conservanti.

Comunque dato che l’assunzione alimentare prolungata di grandi quantità di nitriti è associata a un aumento del rischio di sviluppo del cancro allo stomaco e del cancro all’esofago, andrebbero evitati i cibi contenenti nitrito di potassio (E249), nitrito di sodio (E250), nitrato di sodio (E251) e nitrato di potassio (E252), presenti soprattutto nella carne in scatola, negli insaccati e nelle carni lavorate, tranne i casi che ho citato sopra.

In conclusione, il prosciutto è buono o cattivo? Non si può stabilire a priori senza specificare la qualità, la quantità, la frequenza con la quale si mangia, il nostro stato di salute e in quale regime alimentare viene inserito. Come tutti gli altri cibi, anche il prosciutto va assunto cum grano salis

Per approfondire:

https://www.airc.it/cancro/informazioni-tumori/corretta-informazione/additivi-conservanti-alimentari

https://www.af1.it/alimentari/prosciutto-crudo.html

https://it.wikipedia.org/wiki/N-nitrosammine

https://it.wikipedia.org/wiki/Cum_grano_salis

Vellutata di Daikon

Il daikon crudo ha un sapore molto simile al ravanello ma ha le sembianze di una grossa carota bianca. E in giapponese, daikon significa proprio grossa radice. Si può consumare sia crudo che cotto. Crudo, possiede proprietà eccezionali: è ricco di vitamina C, aiuta la digestione, in particolare aiuta il fegato nella digestione dei grassi, e in generale, sembra costituire un valido aiuto per numerosi disturbi epatici. Possiede anche proprietà diuretiche, depurative e drenanti delle vie urinarie. Tutte queste virtù terapiche non sono inusuali nella famiglia botanica da cui proviene il daikon: infatti fa parte delle Brassicaceae (o Cruciferae), la stessa famiglia di broccoli, cavolo cappuccio, cavolfiore, rapa, pak-choi, cavoletti di Bruxelles, ecc. Ovvero il gruppo di verdure che più di tutte ci mantengono in salute, e che dovremmo consumare abitualmente.

Assieme al daikon, in questa vellutata aggiungiamo anche una bella batata (Ipomoea Batatas), il cui colore arancione intenso ci dice già a prima vista che è ricca di vitamina A. La batata non è proprio un tubero come la comune patata, ma è una radice tuberosa, e appartiene anche ad una specie botanica diversa. Le patate comuni invece fanno parte della famiglia delle Solanaceae, come i pomodori, i peperoni, le melanzane. Le batate sono un ottimo alimento per via di varie caratteristiche, non solo nutrizionali, ma anche per via della loro digeribilità grazie alla consistenza morbida.

Poi, nella nostra vellutata aggiungiamo due patate medie. Nella foto si vedono le proporzioni degli ingredienti.

Assieme a questi tuberi, ho aggiunto due spicchi di aglione. Ho trovato questo fantastico ingrediente in una sagra toscana, e il suo sapore dolce e delicato è perfetto per questa vellutata. Non è un ingrediente comune e quindi, se non lo trovate, in questa ricetta si può sostituire con un po’ di porro, o comune aglio.

Una volta lavate, sbucciate e tagliate le verdure a cubetti, vanno messe in una pentola con del brodo di carne. Io utilizzo talvolta brodo di pollo che preparo io, altre volte del brodo di carne mista già pronto. Ne serve circa 800ml.

Ovunque possibile, in cucina, è sempre consigliabile usare la preziosa curcuma. In questa vellutata sta benissimo e la cottura rende questa spezia più biodisponibile, ovvero più assimilabile dall’organismo. Se la curcuma non vi è familiare, è una spezia estremamente benefica e antinfiammatoria, della stessa famiglia dello zenzero, che potete utilizzare come insaporitore in moltissimi piatti.

Il rosmarino, pianta mediterranea a cui vengono ascritte molte virtù, tra cui quelle digestive, in questa ricetta va privato del suo rametto e i 4-5 ciuffetti di foglie che ottenete vanno aggiunti agli altri ingredienti. A questo punto accendete il fuoco e bollite il tutto per 20 minuti. Quando la minestra è tiepida, passate tutto al minipimer, e frullate finché non risulta tutto omogeneo. Scaldate e servite oppure, potete attendere che si raffreddi del tutto, e conservare questa vellutata divisa in piccoli contenitori, da riporre nel freezer.

Ingredienti:

1 radice di Daikon
1 Batata rossa grande
2 Patate medie
2 spicchi di Aglione
800 ml di Brodo di carne
Un cucchiaino di Curcuma
Un rametto di Rosmarino

Una volta nel piatto, aggiungete un filo di olio EVO a crudo sulla vellutata, e se volete, qualche scaglia di parmigiano.

La Vellutata di Daikon è pronta, buon appetito e buona salute!